IL PROCESSO
Cazzaniga, appello bis a Milano
L’ex vice primario ha partecipato in presenza all’udienza

Nel primo passaggio in Corte d’Assise d’Appello a Milano, causa le restrizioni Covid, Leonardo Cazzaniga aveva sempre presenziato al processo da remoto. Oggi, giovedì 13 aprile, il cosiddetto “angelo della morte” del pronto soccorso dell’ospedale di Saronno è invece apparso in carne ed ossa nell’aula dominata dall’imponente mosaico di Mario Sironi, al primo piano di Palazzo di Giustizia.
Nuovo collegio giudicante, presieduto dai giudici togati Paolo Carfì (presidente) e Federica Centonze, per il processo d’appello bis all’ex vice primario di anestesia del nosocomio saronnese condannato in via definitiva all’ergastolo lo scorso settembre per l’eutanasia di tutta una serie di pazienti fragili e spesso in fase terminale finiti nelle sue mani.
Al centro del nuovo passaggio in appello il presunto omicidio ospedaliero di Domenico Brasca, che morì a 81 anni nella sua abitazione a Rovello Porro nella tarda mattinata del 14 agosto del 2014 dopo essere transitato nel pronto soccorso di Saronno poche ore prima ed essere stato fatto oggetto del protocollo di sedazione palliativa ideato da Cazzaniga. Per questa vicenda il sessantaseienne medico originario di Milano era stato assolto dai giudici della Corte d’Assise di Busto Arsizio, ma poi condannato da quelli della Corte d’Assise d’Appello distrettuale. Tuttavia, il verdetto è stato annullata con rinvio dalla Cassazione. Secondo la Suprema Corte, per addivenire a una sentenza di condanna in appello dopo un’assoluzione in primo grado è necessario riaprire la fase istruttoria risentendo periti e testi. Che è proprio quello che è stato fatto dai giudici che hanno fissato la fase di rinnovazione istruttoria per l’udienza del 4 maggio.
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