CORONAVIRUS
C’è un pacco per te. È record
Aumentano le consegne di Poste Italiane, quasi triplicate in provincia di Varese

Tutti a casa, gli acquisti si fanno online. È in forte ascesa l’e-commerce e in questa impennata spicca la provincia di Varese. L’aumento della consegna di pacchi è stato a marzo del 145% rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
Questo emerge dal bilancio, in Lombardia, dell’attività dei portalettere business di Poste Italiane, uno dei principali vettori nel recapito delle spese fatte al computer.
Ebbene, la crescita media su scala regionale - sempre riferita a marzo - è stata del 106%, passando da 15.691 (un anno fa) a 32.267 consegne. In provincia di Varese il balzo è stato da 947 a 2.344; è il più elevato in termini percentuali. Como, ad esempio, realtà assimilabile a Varese, ha avuto un più 89%, con 1.809 consegne lo scorso mese. E dunque, la piccola nuova capitale dell’e-commerce e del portare poi a casa gli acquisti mediante le Poste è qui.
Ma come è cambiata l’attività di consegna ai tempi del coronavirus, con le restrizioni alla mobilità? Ecco l’esperienza di Fabio Romano, portalettere assunto lo scorso anno a tempo indeterminato e aggregato al centro di recapito di Crosio della Valle: «È cambiato il nostro modo di lavorare sia all’interno della sede, sia all’esterno». All’interno del centro di recapito (trenta i dipendenti che ora lavorano scaglionati su tre turni) vengono osservate rigorose prescrizioni sia nell’uso dei dispositivi di protezione (mascherine, guanti), sia nel distanziamento dai colleghi e nel passaggio dei pacchi.
E all’esterno? Fabio Romano consegna a Castronno, Caronno Varesino, Caidate, Brunello e parte di Albizzate. «Non c’è traffico, le strade sono vuote rispetto a prima. È strano non incrociare, a lungo, nemmeno un’auto. Si nota qualcuno che è passeggio col cane».
«Quando arrivo alle case - prosegue - mi accorgo che i bambini dalle finestre mi guardano con espressione sorpresa: non sono abituati a vedere il portalettere con mascherina e guanti».
Funziona così la consegna: si suona al destinatario, viene accertato che sia presente e quindi gli si lascia il pacco senza la firma per il ritiro. Avviene anche per le raccomandate. «Normalmente faccio a tempo, risalendo in auto, a vedere il destinatario che scende a prendere il pacco».
Tutto avviene a distanza, l’unico contatto è al citofono o dialogando da fuori con chi si affaccia alla finestra. «Mancano le due chiacchiere che si facevano prima, il contatto umano. Ma è doveroso rispettare con estremo rigore le norme di prevenzione sanitaria».
«Siamo visti un po’ come figure coraggiose e provvidenziali. Stiamo solo facendo con impegno e coscienza il nostro lavoro» osserva Fabio Romano. Che rivela poi un episodio curioso, che lo ha commosso: «Un pensionato, per ringraziare, mi ha dato un portachiavi con un quadrifoglio inciso nel legno che lui stesso ha fatto nel garage di casa».
Ovviamente, tra i prodotti più richiesti online e quindi consegnati figurano le mascherine.
Va detto anche che l’attività di recapito dei pacchi ha subito, soprattutto il mese scorso, dopo l’entrata in vigore del decreto “state a casa”, un congestionamento nei magazzini di tutti i maggiori corrieri e questo ha indotto alcuni gruppi e società, come Amazon (che in parte si appoggia anche su Poste Italiane), a limitarsi o dare precedenza agli articoli indispensabili, di prima necessità.
Resta il fatto che le consegne fanno registrare un vero e proprio boom. Soprattutto in provincia di Varese.
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