IL PRESIDENTE DEL DOPPIO SALTO
Ecco chi è Rosati, l’ex patron del Varese calcio
Imprenditore abile nel diversificare, uomo poco propenso ad aprirsi

Controverso, spigoloso, poco propenso al sorriso e, soprattutto, ad aprirsi. Ma abile da imprenditore nel diversificare i suoi investimenti e da dirigente sportivo nell’individuare uomini vincenti. Antonio Rosati attraversa nuovamente giorni alquanto difficili a causa della pesante sentenza emessa dal Tribunale di Milano, forse persino peggiori di quelli trascorsi dietro le sbarre nella fase iniziale della complessa inchiesta sulla rete di cooperative.
Ma per molti tifosi biancorossi resta esclusivamente il presidente capace di far vivere al Varese gli anni più esaltanti del terzo millennio. Con la doppia promozione (dalla C2 alla C1 nel 2009 e dalla C1 alla B nel 2010) e la doppia avventura nei playoff per salire in serie A (finiti nel 2011 in semifinale contro il Padova di El Shaarawy e nel 2012 contro la Sampdoria di Eder).
Quando arrivò a Masnago la sua attività industriale nel quartier generale di Cinisello Balsamo variava tra il settore delle barche da nababbi, l’editoria turistica e il campo dei carrelli elevatori, espandendosi poi negli anni successivi alla moda e al tessile (con l’acquisizione della molisana Ittierre). Non facile districarsi nel suo rapporto con Ricky Sogliano, il patron da cui aveva rilevato la società di calcio e con il quale si erano però intrecciati pure rapporti imprenditoriali prima di un distacco non indolore. Ma alla famiglia Sogliano è comunque legata la sua ascesa sportiva, considerando la guida - non solo tecnica - del club affidata a Sean, il figlio di Ricky. Se si parla di Rosati, però, è inevitabile accostargli Enzo Montemurro, l’amico fraterno proiettato nel mondo del calcio issandolo ai vertici del club biancorosso, salvo poi giungere a un distacco tutt’altro che sereno dopo le felici annate segnate dai binomi Sogliano-Sannino e Milanese-Maran.
Nel 2013 l’addio - anzi, l’arrivederci - di Rosati alla piazza di Masnago, il “cerino” lasciato in mano allo sponsor Nicola Laurenza, il giovane imprenditore di Oro in Euro, e lo sbarco nella “sua” Liguria, sponda Genoa, per affiancare in A e da vicepresidente esecutivo il patron rossoblù Enrico Preziosi. Un patto durato pochi mesi. Ma l’uscita dal mondo del calcio non ha spento i riflettori su Rosati, arrestato alla fine di ottobre del 2014 per la frode legata alla rete di cooperative operanti a Malpensa.
Il legame con Varese, anche affettivo, è rimasto ben saldo, traducendosi nel ritorno - dietro le quinte ma più che evidente - a sostegno del nuovo club calcistico. E ora?
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