MORTE IN CAMPAGNA
Chi era Dino Scattolin, ucciso dal suo toro
«Ha pagato per la sua grande passione», dice chi lo conosceva. Sul corpo dell’83enne non sarà effettuata l’autopsia

Casa e stalla, stalla e casa. Per Dino Scattolin l’agricoltura e l’allevamento erano tutto il suo mondo, e anche in questa tarda primavera, con 83 anni sulle spalle e qualche problema di salute, non si riusciva a tenerlo fermo. «Ha pagato per la sua grande passione», dice ora chi lo conosceva. Sulla dinamica dell’incidente che ha causato la sua morte nel tardo pomeriggio di lunedì 19 maggio, nella sua proprietà agricola di via della Libertà a Gornate Superiore, sono in corso gli ultimi accertamenti da parte dei carabinieri.
Secondo quanto emerso, molto probabilmente l’uomo non è stato incornato, ma schiacciato dal toro Tyson che stava accudendo. Alla luce di questi elementi e della ricostruzione preliminare, il pubblico ministero di turno, Maria Claudia Contini, ha deciso di non disporre l’autopsia. Sarà effettuato un esame esterno sulla salma, con l’obiettivo di verificare la compatibilità delle lesioni con l’evento, a cui non ha assistito nessuno.
Scattolin non svolgeva un’attività economica, e non gestiva una vera e propria azienda agricola: l’allevamento e la coltivazione erano un hobby coltivato per anni, anche quando lavorava alla Mazzucchelli di Castiglione Olona, prima della pensione. Proprio per la natura non professionale della sua attività, non possono essere ipotizzate violazioni delle normative sulla sicurezza sul lavoro.
L’articolo completo sulla Prealpina di mercoledì 21 maggio, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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