IL PREMIO
Chiara giovani, trionfa l'amore
Sara Simoni vince con "Ogni piccola cosa" racconto dedicato al rapporto padre-figlia. Seconda Glenda Giussani e terzo Mattia De Rinaldis
Al Premio Chiara Giovani vincono i... nonni. Ed è una sorpresa per tutti, specie per quanti sono abituati a vedere nel rapporto tra generazioni tanti motivi di conflittualità permanente.
Invece, Sara Simoni da Samarate, ventiduenne studentessa di Scienze della Comunicazione all’Insubria, già quinta un anno fa, ha convinto la giuria popolare con un racconto di rara delicatezza, Ogni piccola cosa, dedicato al ritorno a casa di un anziano - accudito (con sopportazione) dalla figlia - dopo un ricovero forzato in casa di riposo.
"Il tono è nostalgico, quasi da amarcord - come l’ha definito dal palco Andrea Giacometti -. Il vecchio si aggiusta il maglione addosso. Le dita macchiate gli tremano mentre lo fa. Gli dispiace per l’impazienza di sua figlia, non vorrebbe darle fastidio. Ma questa è una cosa importante. Ogni piccola cosa è importante, adesso che non c’è più il tempo per le cose grandi".
Spiega la giovane autrice, cui vanno i 500 euro del Premio: "Mi piace concentrarmi sulla banalità delle piccole cose, che poi banale non è".
Parole che già profumano di saggezza (il tema dell’edizione 2014 era appunto Quel profumo) e che smentiscono tanti luoghi comuni sulla superficialità disincantata del mondo giovanile. Accade anche con Profumi dal passato, del varesino Mattia De Rinaldis, classe 1992, giunto terzo, che mette al centro della scena le riflessioni profumate sul proprio passato che una nonna affida al nipote.
"Dobbiamo ascoltare di più i nonni perché hanno tanto da raccontare", ammette candidamente Mattia, che poi ricorda come nonna Maria sia stata la propria musa ispiratrice. Un affetto intragenerazionale che - sarà un caso? - taglia fuori la generazione di mezzo dei padri e delle madri.
Voglia di cose autentiche, di pietre salde sulle quali radicare esistenze che i genitori non hanno saputo indirizzare sulla giusta via?
Sarebbe una mezza rivoluzione. Come lo è, sempre sulla falsariga di un disimpegno giovanile tale solo di facciata, per Glenda Giussani da Sumirago, seconda assoluta, studentessa classe 1990, che con C’è profumo di riscatto, cara Amalia intreccia storia e attualità, realtà e fantasia nel racconto sottilmente drammatico col quale viene alla luce l’ennesima violenza subita da una giovane donna, la lotta contro un senso di colpa che spesso accompagna - lungo le vie misteriose della mente - le vittime dei soprusi commessi dai compagni, la denuncia prima della ritrovata libertà.
Argomenti "forti" abbinati alla serietà di un impegno che non ha riguardato "solo" la partecipazione al concorso.
Molti finalisti dichiarano di voler fare lo scrittore, il giornalista, l’editor, lavorare cioè in ambiti che offrano spazi all’espressività; magari sulle tracce di Calvino, Buzzati, Primo Levi, Philippe Roth, scrittori citati come punti di riferimento letterario. Prevegoli anche i livelli raggiunti da Alessandro Vita di Porto Ceresio, giunto quarto, da Rita Colombo di Cadegliano Viconago e Susanna Marsiglia di Binago (vincitrice due anni fa) pari merito al quinto posto e da Chiara Mazzetti di Solbiate Arno che è giunta sesta.
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