LA VICENDA
Chicago a Sesto: «Balbo resta qui»
Il sindaco della metropoli americana rassicura Marco Colombo: la statua non verrà abbattuta. «Vittoria»

«Caro sindaco, la ringraziamo dell’interessamento e vogliamo comunicarle che il monumento al generale Balbo rimarrà al suo posto». Firmato: the mayor (il primo cittadino) di Chicago. Il messaggio è arrivato con posta elettronica. Il caso della statua “bistrattata” oltre oceano e, a quel punto, invocata da Sesto Calende, con il sindaco Marco Colombo pronto ad adottarla, può dirsi chiuso. Almeno per ora. «Una vittoria, l’obiettivo è stato raggiunto». Esprime grande soddisfazione Colombo - la mail a stelle e strisce gli è pervenuta mercoledì - che aveva scritto un paio di mesi fa all’amministrazione della metropoli nell’Illinois offrendosi di ritirare il monumento - una colonna romana dedicata a Italo Balbo - che l’Italia portò in dono nel 1934. La statua, che svetta nel parco principale di Chicago, era diventata scomoda dopo che due consiglieri comunali, Ed Burke e Gilbert Villegas, sostenuti da un’ampia fetta dell’opinione pubblica, avevano chiesto ufficialmente di rimuoverla in quanto testimonianza fascista. Colombo, appresa la notizia, si era fatto avanti: «Ce la riprendiamo volentieri e qui a Sesto Calende, dove esistono tradizione e vocazione del volo, starebbe benissimo». La proposta aveva suscitato clamore. E proteste locali: la sezione dell’Anpi si era detta contraria. Ci si aspettava ora una novità, un passo successivo. È arrivato con la mail da Chicago che assicura appunto che il monumento non verrà dismesso. «Abbiamo quindi difeso con successo il valore del dono che l’Italia fece a quei tempi» commenta Colombo. Il battito d’ali di una cittadina di provincia avrebbe dunque scatenato un forte vento in terra statunitense. «È servito, sì, e ne siamo orgogliosi. Anche perché se avessero insistito nell’intenzione di sfrattare il monumento, ce lo saremmo andati a riprendere, per davvero». Il legame tra la statua e il Varesotto è qualcosa di più che un richiamo alla tradizione aeronautica: nella trasvolata atlantica che rese famoso Balbo, la flotta era composta da 25 idrovolanti Siai Marchetti fabbricati a Sesto Calende.
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