CURIGLIA
«Ciao don Giorgio, la tua comunità non ti dimenticherà»
I funerali del parroco morto in un dirupo

Tante comunità riunite per dire addio a don Giorgio Ferrario, il parroco di Curiglia morto a 82 anni cadendo in un dirupo il 6 febbraio: giovedì 15 febbraio, i funerali sono stati celebrati nella chiesa di San Vittore del paesino, uno dei più impervi e antichi della provincia di Varese fra la Val Dumentina e la Val Veddasca. Infatti per permettere di partecipare al maggior numero di persone, sono stati messi a disposizione bus navetta dalla Sp6, chiusa per evitare ingorghi, con in più collegamenti in diretta della funzione dal Circolo Acli (proprio accanto alla parrocchiale), dal Parco Daini di Agra e anche nell’aula magna del liceo di Luino, dove il sacerdote aveva insegnato religione. Dal primo pomeriggio, prima della funzione delle 16.30, molti parrocchiani hanno iniziato a confluire in chiesa e non ci sono stati problemi viabilistici lungo l’unica Provinciale che porta a Curiglia. A officiare la messa, don Carlo Redaelli, arcivescovo di Gorizia e parente di don Giorgio: è stato letto un messaggio dell’arcivescovo di Milano Mario Delpini davanti a molti sindaci delle valli e al presidente della Provincia Marco Magrini. Le bandiere del Comune intanto sono state poste a mezz’asta in segno di lutto: prima una parrocchiana e infine la sindaca di Curiglia con Monteviasco Nora Sahnane hanno ricordato il parroco nel discorso finale dall’altare. «Don Giorgio è riuscito - ha detto la prima cittadina - nel corso di quasi 50 anni, a diventare una colonna portante dei luoghi in cui ha vissuto: in primis di questa Comunità, allo stesso modo al Liceo di Luino. Per molti è stato un punto di riferimento: per credenti e per laici, per adulti sereni e realizzati così come per adolescenti tormentati. Negli ultimi mesi si era inventato di far fare l’affresco che avrete visto qui fuori… che oggi suona come l’ultimo lascito al suo amato paese, che mai ha voluto lasciare, neanche nella giornata più tragica. Ciao don Giorgio, la tua comunità ti saluta e sono certa non ti dimenticherà».
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