CICLISMO
Covi, un Giro da protagonista
L’atleta tainese: «Sono soddisfatto, però a Montalcino pensavo di vincere»

Cosa può fare un ciclista professionista dopo ventuno tappe e 3.410 chilometri del Giro d’Italia? Semplice: pedala. È metà pomeriggio e Alessandro Covi è in sella sulla sua bicicletta pedalando sulla sponda piemontese del lago Maggiore, transita da Arona, qualcuno lo riconosce e ricambia il saluto, la corsa rosa lo ha reso ancor più popolare. «Oggi farò solo un giretto di poco più di due ore - racconta Alessandro - mi capita spesso di venire ad allenarmi in Piemonte, resta vicino da casa mia a Taino».
Cosa le è rimasto del Giro d’Italia?
«Il calore che questa manifestazione sa dare, l’interesse che muove questo evento, pur con tutte le restrizioni dovute quest’anno alla pandemia ho potuto provare cosa significa fare parte di una manifestazione così importante. È stato molto bello. Per me è stata la prima esperienza, sicuramente positiva». C’è poi l’aspetto agonistico con delle ottime prestazioni: «Quando si parte per una gara a tappe l’obiettivo delle squadre e di ogni corridore è vincere una tappa. Io ci sono andato molto vicino, almeno in due occasioni, al mio primo Giro, sono soddisfatto. Però se avessi vinto una tappa sarebbe stato meglio».
Un secondo e un terzo posto che, guardando la corsa in televisione, potevano essere due vittorie... «Centrare la fuga di giornata non è facile, ci vogliono gambe e anche fortuna. I primi chilometri in alcune tappe sono stati percorsi ad andatura folle. Per due volte ci sono riuscito e nella tappa di Montalcino stavo veramente bene e pensavo sinceramente di poter vincere. È andato tutto alla perfezione fino al rettilineo finale, in leggera ascesa, dove Schmid è stato più forte. Non ho rimpianti».
Anche sullo Zoncolan è sembrato il più pimpante tra i fuggitivi...
«Quel giorno sia io che il mio direttore sportivo abbiamo fatto un errore di valutazione, siamo rimasti su coloro che consideravamo i più forti mentre i primi due allungavano in progressione. Ho poi tentato di recuperare, ma era troppo tardi».
Tre settimane di gara anche questa è stata un’esperienza nuova: «Il Giro d’Italia mi ha permesso di capire che ho una discreta tenuta sulle tre settimane di gara, per fortuna il problema al tendine non si è fatto sentire e quando è stato necessario ho potuto spingere senza problemi. Certo un conto è competere per la classifica finale, e quindi essere sempre a tutta, altro è correre avendo la possibilità di giungere al traguardo in alcune tappe senza l’assillo del tempo, così come ho fatto io».
Nel team UAE Emirates pensa dopo questo Giro di avere acquistato maggiore considerazione?
«Mi trovo bene nel team, penso di essere sempre stato considerato nel modo giusto. Se nelle prossime gare dovrò tirare davanti al gruppo per tanti chilometri, come ho sempre fatto, non ci saranno problemi. Spero di raggiungere però una vittoria. Ci sono già andato vicino anche lo scorso anno. Ci saranno altre possibilità».
Il tainese è in scadenza di contratto con il team UAE Emirates e al momento non ha ancora rinnovato. Prossimo impegno? «Tornerò in gara domenica 20 giugno a Imola in occasione della prova unica di Campionato Italiano su strada».
© Riproduzione Riservata