LA TRAGEDIA
Clivio piange Bruno Rizzi
Il sindaco ricorda l'entusiasmo del disabile travolto da un'auto sulla sua sedia a rotelle elettrica: "in quel punto la strada è pericolosa"
Un intero paese è in lutto per la morte di Bruno Rizzi, il sessantenne investito mercoledì da un’auto mentre girava con la sua carrozzina elettrica e morto poche ore dopo in ospedale. Bruno era molto conosciuto: in primis alla palestra di via Azimonti dove da anni era socio e volontario della Limax, l’associazione che ha in gestione la struttura. E poi in ogni angolo del borgo: nei bar, all’edicola, nel centro storico. Amava stare all’aria aperta e incontrare le persone. In questo modo “combatteva” la sua disabilità: un problema di deambulazione che, anziché bloccarlo a casa, lo spronava alla socialità. "Era contentissimo di questo mezzo - ricorda il sindaco Ida Petrillo - perché gli permetteva di essere indipendente e di andare dappertutto. Anche d’inverno era sempre in giro e, per questo, temevamo per la sua incolumità. Anche il giorno della sua morte lo avevo incontrato al mercato: era felice e sorridente. Siamo tutti costernati". Intanto proseguono i rilievi della Polizia stradale di Varese sull’incidente avvenuto in via Cantello, all’incrocio con via Clivio. La dinamica non è ancora chiara: gli agenti stanno verificando se la Volvo che lo ha travolto viaggiasse nella stessa direzione oppure se il disabile stesse tentando di attraversare la strada.
Di certo c’è soltanto che in quel punto la diramazione della Sp 3 è una strada pericolosa: ampia e rettilinea in pieno centro abitato. Qui i veicoli corrono, nonostante i limiti e i controlli periodici della polizia locale e delle forze dell’ordine.
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