MANI MOZZATE
Piccolomo cerca un avvocato
Divergenze sulla linea difenica: il suo legale ha rinunciato al mandato

Se vorrà avviare la revisione del suo processo, Giuseppe Piccolomo dovrà trovarsi un nuovo legale.
Il suo avvocato, Stefano Bruno, ha infatti formalizzato la rinuncia al mandato difensivo. Il motivo?
Divergenze sulle scelte da compiere in merito alle vicende giudiziarie del 69enne originario di Corato (Bari) che sta scontando l’ergastolo per l’omicidio di Carla Molinari e che attende ancora il giudizio della Cassazione sul caso della morte della prima moglie, Marisa Maldera, dopo che a gennaio la Corte d’Assise d’appello ha azzerato la condanna al carcere a vita per omicidio volontario inflittagli a Varese in primo grado. Su quali siano le divergenze che l’hanno portato a dismettere il mandato, l’avvocato varesino mantiene assoluto riserbo.
Si sa, però, che cinque mesi fa Piccolomo scrisse una lettera dal carcere di Bollate per chiedere la revisione: «Mi serve un avvocato, ma non sono in grado di pagarlo. Ho le prove della mia innocenza, io non sono il mostro delle mani mozzate».
Un appello lanciato quando ancora era in attesa di conoscere la sentenza di secondo grado per il decesso della moglie (morta carbonizzata nell’auto a Caravate nel 2003). Piccolomo cercava «un avvocato con due angurie», un professionista che «voglia far valere il giuramento di far rispettare la legge».
Parole arrivate come un fulmine a ciel sereno anche per il suo difensore e su cui probabilmente i due si sono poi confrontati durante i colloqui in carcere.
E così adesso Piccolomo un nuovo avvocato dovrà trovarselo davvero: presto, infatti, in Cassazione sarà discusso il doppio ricorso (delle sue figlie e della Procura generale) contro la sentenza della Corte d’Assise d’appello che ha stabilito di «non doversi procedere» perché, per la morte di Marisa Maldera, lui aveva già patteggiato, un anno e quattro mesi, nel 2006, per omicidio colposo. E quindi - in base al principio ne bis in idem - non poteva essere processato due volte per lo stesso fatto.
© Riproduzione Riservata