REGIONE
Comazzi: «Rigenerazione, Lombardia leader a livello nazionale»
Parla l’assessore al regionale al Territorio: «Su 133 miliardi in Italia, 34,2 sono investiti nella nostra regione»

Gianluca Comazzi, assessore regionale al Territorio e ai Sistemi verdi, che cosa sta facendo la Regione rispetto alla sfida delle rigenerazioni delle aree dismesse, soprattutto dal punto di vista ambientale? «Regione Lombardia ha fatto della rigenerazione urbana una delle sue priorità strategiche. Con la legge regionale numero 18 del 2019 abbiamo fornito ai Comuni strumenti concreti per favorire il riuso delle aree dismesse, spesso con procedure semplificate che non richiedono modifiche agli strumenti urbanistici comunali. Il mio assessorato sta rafforzando questa linea, con l’obiettivo di anticipare i fenomeni emergenti e fornire strumenti normativi adeguati».
Ci potrebbe fare qualche esempio di rigenerazione?
«La Lombardia è leader a livello nazionale nei processi di rigenerazione grazie a un quadro normativo innovativo e attrattivo per gli investimenti. Parliamo di 62 chilometri quadrati di superficie coinvolta in processi di rigenerazione e di 34,2 miliardi di investimenti attratti (su 133 miliardi a livello nazionale), concentrati soprattutto nelle aree urbane più dinamiche. Oltre agli investimenti privati, vorrei ricordare i bandi regionali a sostegno degli enti locali: finanziamenti destinati alla rigenerazione urbana e alla riqualificazione dei borghi storici, che hanno attivato interventi in oltre 600 Comuni, con un impegno di circa 289 milioni di euro. Un segnale concreto dell’attenzione di Regione per uno sviluppo sostenibile, diffuso e di qualità».
La Lombardia è stata criticata dagli ambientalisti perché apre la possibilità di consumare 60mila ettari nei prossimi anni...
«Vorrei ricordare che noi siamo stati i primi, nel 2014, a dotarsi di una legge specifica per il contenimento del consumo di suolo. Da allora, i Comuni che hanno approvato nuovi strumenti urbanistici non hanno potuto aumentare le superfici edificabili e, anzi, sono stati chiamati a ridurre le previsioni di trasformazione. I risultati ci sono: 629 Comuni hanno già adeguato i loro piani, riducendo in media del 29% le superfici potenzialmente consumabili. Inoltre, secondo il rapporto Ispra 2024, nel periodo 2022-2023 la Lombardia ha ridotto il consumo rispetto all’anno precedente del 10%, posizionandosi dietro a regioni come Veneto ed Emilia-Romagna, pur avendo una densità abitativa molto più alta. È la conferma che la nostra normativa porta a effetti concreti».
L’Unione europea ha approvato una direttiva sugli obiettivi climatici imponendo la decarbonizzazione dell’intero patrimonio edilizio europeo entro il 2050. La politica regionale va in questa direzione?
Siamo consapevoli dell’importanza della sfida posta dall’Ue: Regione ha già introdotto politiche di rigenerazione urbana coerenti con questi obiettivi. Tuttavia, per raggiungere questi traguardi occorre il sostegno di una normativa nazionale adeguata, oltre a risorse finanziarie significative, che al momento non sono disponibili né a livello nazionale né europeo. Senza strumenti e fondi, il rischio è che la transizione resti sulla carta e che prevalga soltanto l’ideologia».
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