L'INDAGINE
Commercialista in manette
Noto professionista saronnese e due collaboratrici, coinvolti in un giro di fatture false: incastrati dal tenore di vita e dalla bassa dichiarazione dei redditi

La consulenza fiscale funzionava, peccato però che seguisse regole affatto compatibili con uno stato di diritto. Infatti un noto commercialista saronnese, con studio in pieno centro città, per agvolare i propri clienti e garantirsi alla faccia della legge e dei contribuenti onesti, un tenore di vita alquanto elevato, creava e utilizzava fatture false, partecipando a un "giro" di circa nove milioni e mezzo di euro tra imponibile e Iva che ha visto, in Lombardia, Trentino, Liguria e Lazio, indagate e perquisite altre trenta persone ora denunciate per reati fiscali.
In questio modo, l'abile professionista abbatteva gli utili delle sue stesse società e di numerosi clienti del suo studio di consulenza fiscale.
A fermarlo, la mattina di martedì 26 maggio, è stata la guardia di finanza di Saronno che ha arrestato il professionista dell'evasione e due sue strette collaboratrici.
A destare il sospetto dei finanzieri è stato proprio quello che gli stessi inquirenti definiscono "elevatissimo tenore di vita del noto professionista: viaggi a Dubai, tornei di golf in Sud America, vacanze in barca a vela, sponsorizzazioni in diverse manifestazioni automobilistiche e studio in pieno centro a Saronno" rispetto al fatto che lo stesso commercialista dichiarasse "meno dei suoi dipendenti".
Sotto il coordinamento del sostituto procuratore di Busto Arsizio, Nadia Alessandra Calcaterra, l'indagine della Gdf saronnese ha così portato alla luce una vera e propria associazione a delinquere, diretta dal commercialista con l’aiuto delle sue due fedeli collaboratrici, che è durata per oltre nove anni.
Grazie alle proprie competenze professionali, infatti, il commercialista - come spiegano gli inquirenti - "mediante un giro vorticoso di false fatturazioni emesse a nome delle sue società, di società inattive o coinvolte in procedure concorsuali, di cui lo stesso era tenutario delle scritture contabili (senza che gli effettivi amministratori fossero a conoscenza di tale illecito utilizzo), nonché di società di diritto inglese costituite ad hoc, ha consentito a numerosi clienti del suo studio sia una notevole evasione di imposta che la costituzione in Svizzera di fondi neri sconosciuti al Fisco".
Il denaro dei clienti veniva così loro girato su conti correnti appositamente aperti in Svizzera, a fronte di una commissione che variava dal 20 al 30% sugli importi. Non soddisfatto, il commercialista, utilizzando lo stesso modus operandi, ha praticamente "azzerato il reddito imponibile e annullato il debito Iva derivante dalla sua lecita e remunerativa attività professionale".
Al reato di associazione a delinquere finalizzato alla commissione di reati fiscali dovranno dunque rispondere sia il commercialista saronnese, ora in carcere, sia le sue due complici, entrambe ai domiciliari. Inoltre, è stato disposto il sequestro per un valore di circa un milione e 800mila euro, pari all’imposta evasa dal professionista.
Al momento i sigilli sono stati apposti su alcuni beni immobili a Monza-Brianza e Cagliari, che - precisano gli inquirenti - "in precedenza lo stesso aveva fittiziamente dissimulato mediante la creazione di uno schermo societario inglese, nel tentativo di impedire che i beni fossero aggredibili dalla futura e certa pretesa dell’Erario".
Altro servizio sulla Prealpina in edicola mercoledì 27 maggio.
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