LA SVOLTA
Commissari al Casti Group
Il tribunale di Spoleto starebbe per nominare tre professionisti scelti dal ministero. Si punta a salvare i 1100 dipendenti delle società coinvolte nella bufera giudiziaria, più di 250 solo nel Varesotto
Dopo la bufera giudiziaria che ha portato agli arresti domiciliari per una presunta maxi frode fiscale l’imprenditore varesino Gianfranco Castiglioni e il figlio Davide, insieme a due manager a loro molto vicini, Casti Group viaggia verso il commissariamento.
La notizia è arrivata mercoledì 2 dal Tribunale di Spoleto, da dove è partita l’indagine penale legata alla gestione di due società del gruppo, la Isotta Fraschini e la Industrie Metallurgiche Spoleto. In base a quanto si è appreso, i giudici si sono infatti riservati prima di procedere alla nomina dei tre commissari giudiziali - un professore universitario, un ingegnere e un avvocato - scelti dal ministero dello Sviluppo economico per valutare l’ammissibilità di Isotta Fraschini alla procedura di amministrazione straordinaria (la cosiddetta Prodi bis). E nel corso della stessa udienza la Procura di Spoleto, che in conseguenza dei sequestri legati alla sua indagine detiene al momento le quote di maggioranza delle società del Casti Group, ha fatto sapere che sta valutando l’ipotesi di procedere al rinnovo delle cariche amministrative del gruppo.
L’obiettivo è quello di arrivare a una gestione unitaria delle diverse aziende interessate (sono 1.100 i dipendenti su tutto il territorio nazionale, mentre in provincia di Varese, là dove Casti Group è nato, la Siac di Cavaria conta 230 lavoratori, ai quali vanno aggiunti i quaranta dipendenti del Palace Hotel di Varese). Un primo passo in questa direzione è la nomina di tre commissari tramite il custode giudiziario del patrimonio sotto sequestro. Nuovi amministratori, appunto, che dovrebbero iniziare la loro attività tra qualche giorno, più o meno quando anche il Tribunale di Spoleto scioglierà la sua riserva (nel corso dell’udienza di mercoledì il sostituto procuratore spoletino Gennaro Iannarone ha espresso parere favorevole alla procedura di amministrazione straordinaria dell’Isotta Fraschini, a rischio fallimento).
Sin dal giorno dell’arresto di Gianfranco Castiglioni e di suo figlio, e dei sequestri disposti dal gip di Spoleto, era emersa la preoccupazione per il futuro di tutte le realtà produttive del gruppo, soprattutto dal punto di vista occupazionale. E di recente i sindacalisti varesini hanno sottolineato che diverse aziende del gruppo hanno commissioni e carico lavoro clienti, ma cominciano ad avere pesanti difficoltà di liquidità, essendo di fatto abbandonate a loro stesse nella gestione.
Il profitto della presunta frode fiscale sarebbe di 63 milioni di euro. Di qui il sequestro delle quote di controllo della capogruppo (alla guida di 19 società operative), poi di altre cinque società e infine dell’immobiliare che gestisce il "tesoro" familiare.
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