NEGLI ISTITUTI LOMBARDI
«Condizioni precarie e insicure», Polizia penitenziaria in sciopero
Tutte le organizzazioni sindacali hanno proclamato lo stato d’agitazione nelle carceri. Preoccupazione per la «cronica carenza di organico»

Polizia penitenziaria in sciopero da oggi, giovedì 20 giugno, per le «gravissime criticità nelle carceri della Lombardia». Ad annunciarlo tutte le organizzazioni sindacali, Sappe, Sinappe, Osapp, Uil Penitenziari, Uspp, Cisl Fns, Fp Cgil, in rappresentanza del personale che lavora all’interno degli istituti penitenziari per adulti e minori.
«Tutte le carceri lombarde stanno attraversando un periodo molto critico derivato dalla gravissima e cronica carenza di organico di Polizia penitenziaria in tutti i ruoli - spiegano i sindacati in una nota unitaria -. Il dato del sovraffollamento detentivo, oltre ad essere allarmante, è un altro fattore critico infatti sono presenti quasi 9mila ristretti, con un trend sempre in aumento, quasi tremila in più rispetto alla capienza regolamentare che si attesta in 6.154 posti letto, con una percentuale che si attesa al 145 per cento la più alta di tutta la nazione. Ciò comporta l’aumento degli eventi critici tutti i giorni, quali insulti, minacce e persino aggressioni anche gravi, incendi e tentativi di rivolte oltre ad atti di violenza tra detenuti, atti di autolesionismo e/o tentativi di evasione e persino, purtroppo, suicidi. Nonostante le varie sollecitazioni sindacali esperite nei confronti del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria ad oggi, queste Organizzazioni sindacali, non hanno visto alcuna adozione di provvedimenti atti a lenire il disagio dei poliziotti o provvedimenti deflattivi nei confronti della numerosa popolazione detenuta la quale al suo interno annovera numerosi soggetti con fragilità mentali, psichiatrici, tossicodipendenti, farmacofiliaci, soggetti non avvezzi al rispetto delle regole, soggetti estremamente violenti, eccetera».
I sindacati denunciano «una scarsa, se non assente, attenzione, da parte dell’Amministrazione, alle tutele della sicurezza e incolumità dei poliziotti; compressione dei diritti individuali come revoche e/o differimenti dei riposi settimanali o mancata concessione del congedo ordinario. Il personale di Polizia penitenziaria è costretto a ricoprire più posti di servizio creando un ulteriore carico di lavoro e di responsabilità con inevitabili ripercussioni sulla qualità del lavoro svolto creando situazioni di alto stress, con turni che arrivano anche a dodici ore lavorative al giorno, senza poi vedersi riconosciuto il lavoro straordinario, ciò andando inevitabilmente a inficiare l’efficacia e l’efficienza della loro azione oltre a pregiudicare, realmente, quelli che sono i fattori principali da assicurare all’interno delle carceri quali: l’ordine, la disciplina e la sicurezza. I poliziotti delle carceri lombarde sono letteralmente esasperati, esausti e demotivati, a prestare il loro mandato istituzionale con delle condizioni assolutamente precarie e insicure, a gestire centinaia di detenuti, occupando più posti di servizio rilevando un maggior carico di lavoro di responsabilità ma anche di stress lavorativo e psicofisico. Quotidianamente, con queste condizioni, temono per la loro incolumità fisica e dalle numerose aggressioni che ha costretto diverse decine di poliziotti a ricorrere alle cure dei Pronto soccorsi ricevendo numerose giornate di prognosi che costituiscono ulteriore assenza dal servizio dei malcapitati aggrediti».
«Anche i servizi di traduzione dei detenuti dagli Istituti in altri luoghi, a causa della gravissima carenza di organico, si effettuano sottoscorta pregiudicando la sicurezza del servizio medesimo. I suddetti problemi si acuiranno inevitabilmente con l’approssimarsi dei piano ferie estive e quindi con la diminuzione ulteriore dei poliziotti presenti all’interno dei reparti detentivi già ridotti ai minimi termini.», denunciano ancora le organizzazioni sindacali.
«Spiace dover evidenziare una forma di inerzia da parte della politica ma principalmente dell’Amministrazione penitenziaria regionale nel non aver adottato dei seri e urgenti provvedimenti affinché in Lombardia si creino le minime e accettabili condizioni lavorative e di sicurezza all’interno di tutti gli istituti penitenziari per adulti e minori e quindi lenire quanto più i numerosi disagi delle poliziotte e dei poliziotti e migliorare anche le condizioni detentive dei ristretti che, di riflesso, si riverberano negativamente sul personale». I sindacati accusano l’Amministrazione regionale di «aver “abbandonato” al proprio destino le sorti delle carceri lombarde», per questo hanno proclamato lo stato d’agitazione e non escludono «forme di protesta pubbliche per sensibilizzare la politica, l’Amministrazione e la società civile».
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