Manovra
Conte: crisi improbabile, convoco Cdm. Dl fisco, diradare dubbi
Di Maio: problema politico con la Lega. Ma Italia è sola a Bruxelles

Bruxelles, 18 ott. (askanews) - Luigi Di Maio ammette pubblicamente l'esistenza di un "problema politico" e la necessità di un "chiarimento" con la Lega e il premier Giuseppe Conte scioglie il nodo dello scontro sul decreto fiscale convocando un Consiglio dei ministri. Riunione che sarà preceduta, dopo due giorni di bastonate reciproche fra gli alleati gialloverdi, da un vertice politico, nel quale Matteo Salvini sarà probabilmente rappresentato dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti, visto che il vicepremier e leader leghista aveva escluso la sua presenza in Cdm.
Il premier sono io, è il messaggio di Conte, che prova così a riportare un po' d'ordine in casa gialloverde: "Ho convocato il Consiglio dei ministri - dice usando la prima persona - ci riuniremo per confermare la deliberazione a seguito del coordinamento tecnico dei testi o se del caso per diradare dei dubbi. Se ci fosse anche qualche dubbio politico, tranquillamente in piena trasparenza ci confronteremo con tutti i ministri e se sarà necessario faremo una seconda deliberazione". L'annuncio arriva in conferenza stampa a Bruxelles, dopo una giornata tesa in cui Conte si è tenuto a lungo a debita distanza dalla stampa.
Una giornata che ha visto una nuova salita dello spread e nella quale ha dovuto incassare la lettera di richiesta di chiarimenti dall'Unione europea (per ora arrivata ufficialmente solo all'Italia, anche se ne sono annunciate altre), una apparente mancanza di qualsiasi apertura di credito da parte degli alleati europei, un nuovo avvertimento dal presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker sulla impossibilità di concedere nuova flessibilità all'Italia.
La Commissione scrive che nel documento programmatico di bilancio l'Italia indica una "deviazione senza precedenti", Conte replica interpretando le cifre: "Forse loro si riferiscono al valore assoluto 1,5% ma noi già dovevamo partire da un riallineamento all'1,2%, più le clausole Iva 2%. Dal 2% al 2,4% è smentito che sia la più grossa deviazione della storia eccetera". Ammette di guardare "con grande attenzione" all'andamento dello spread ma rifiuta di dare per acquisito il declassamento del debito italiano da parte delle agenzie di rating: "Confidiamo si possa scongiurare", dice.
A chi gli chiede se i due vicepremier siano troppo "vivaci" nelle polemiche, Conte replica sottolineando che "c'è un dubbio su un passaggio fondamentale del decreto fiscale". E prova a chiudere la porta agli scenari peggiori: "La prospettiva di una crisi di governo mi sembra futuribile, di là da venire, improbabile". Ma oggi, da Bruxelles, non sembra poi troppo astratta.
© Riproduzione Riservata