MUSICA IN LUTTO
Cordoglio e affetto per l’addio a Sykes
Il virtuoso chitarrista britannico si è spento il 20 gennaio in California a causa di «un’aggressiva forma di cancro»

A ormai una settimana dal decesso - il 20 gennaio - del celebre chitarrista britannico, non si fermano le testimonianze di stima, affetto e unanime cordoglio da parte di fan, critici, amici e colleghi, per colui che è stato uno dei più talentuosi, e giustamente celebrati, funamboli della “sei corde” dell’ultimo mezzo secolo. John James Sykes, nato a Reading, Inghilterra, il 29 luglio 1959, è scomparso all’età di 65 anni in California, stato americano nel quale risiedeva stabilmente dalla seconda parte degli anni ‘80, a causa di «un’aggressiva forma di cancro contro cui combatteva da diverso tempo», si legge in una comunicato ufficiale diramato del management dell’artista sul suo sito personale, nonché attraverso i principali social media.
In circa 45 anni di attività, ha suonato con autentici “pesi massimi” della musica rock. A partire dai Tygers Of Pan Tang, band appartenuta al movimento della New Wave Of British Heavy Metal. Con loro, incide due album di cui almeno il primo, “Spellbound” (1981), è un classico riconosciuto del genere. Di lì, è un’escalation continua di fama e successo per il bel John, adone dalla foltissima “criniera” bionda che manda in delirio il pubblico femminile, e suona da super-virtuoso senza tuttavia mai eccedere, e con gusto sopraffino. Rivitalizza gli agonizzanti Thin Lizzy del compianto Phil Lynott, permettendogli di incidere un “canto del cigno” che profuma di capolavoro, “Thunder And Lightning” (1983), prima di accettare, nel corso del 1984, un’altra, assai allettante offerta. Questa volta è l’ex-Deep Purple, David Coverdale, a volerlo alla corte dei suoi Whitesnake. Re-incide le parti di chitarra solista per l’edizione americana del fortunato “Slide It In” (1984), ma soprattutto, partecipa all’incisione del monumentale “Whitesnake” (altrimenti noto anche come “1987”), che vende venticinque milioni di copie nel mondo, di cui ben otto negli Stati Uniti. Coverdale, tuttavia, lo licenzia ancora prima della pubblicazione dell’album. La lite che scaturisce in seguito a questo “atto di forza”, è molto violenta. Da quel momento, dopo almeno un paio di goffi e caotici tentativi di riconciliazione, i due non si parleranno mai più. Il 1989 lo vede così alla testa della sua band personale, i Blue Murder, band tanto apprezzata, quanto commercialmente sfortunata. Con loro pubblica due album in studio e uno dal vivo, quest’ultimo per il solo mercato giapponese. Pur privo di contratti a livello europeo o americano, dal 1995 avvia una carriera solista, supportato dalla divisione nipponica della potente Mercury Records.
Dopo un ultimo album da solista del 2000, “Nuclear Cowboy” e numerose, discusse reunion dei Thin Lizzy che lo vedono impegnato come cantante in sostituzione del defunto Lynott, sull’artista originario di Reading, Berkshire, cala il silenzio. «Penso che John abbia smesso di suonare... gli invio spesso dei messaggi di testo al telefono, ma non ricevo alcuna risposta», dichiara il celebre batterista italo-americano Carmine Appice, ex-compagno di Sykes nei Blue Murder, all’inizio del 2023. Nulla di cui stupirsi, considerato quanto l’asso della chitarra inglese tenesse alla sua privacy. Sykes era infatti noto per essere personaggio schivo, anche se sempre generoso con amici e fan. Poi, però, la notizia assolutamente scioccante poiché giunta come un vero e proprio fulmine a ciel sereno, della morte, il 20 gennaio. Che Appice sapesse qualcosa, e abbia voluto tacere?
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