CORONAVIRUS
«A Varese 20.000 contagiati»
Il report di Astuti (Pd) riferito a fine marzo e basato su dati Istat e proiezioni dell’Oms

I contagiati in provincia di Varese sarebbero molti di più rispetto alle stime ufficiali diffuse dalla Regione. E non è difficile crederci: del resto, il numero dei casi classificati equivale a quello dei pazienti ai quali è stato riscontrato il virus.
Il dilemma è semmai sull’entità delle persone che sono positive al Covid-19 ma per una serie di ragioni - prima fra tutte l’assenza di sintomi multipli - non lo sanno, al massimo lo sospettano, di certo non hanno avuto acceso al tampone.
Ebbene, un dato preciso sui “contagiati fantasma” non c’è ma una stima, giudicata attendibile sì: 20.000 in provincia di Varese alla data del 28 marzo, momento peraltro di picco sul territorio. Questo a fronte di 812 contagi ufficiali, registrati (al 28 marzo, ora sono il doppio).
A formulare la stima (presunta) di tutti i contagiati è stato ieri il consigliere regionale del Pd, Samuele Astuti, in un report di 67 pagine che mette insieme i dati Istat, dal 23 febbraio al 28 marzo, riferiti a decessi e contagi ufficiali, confrontando i primi con le morti avvenute nello stesso periodo dei cinque anni scorsi, ovvero dal 2015.
Risulta così un incremento, a marzo, di 395 morti (non classificati Covid-19) rispetto alla media del passato. Se questi, come lecito o ragionevole sospettare, sono anch’essi da attribuire al virus allora il dato complessivo delle tragedie da coronavirus sale a 459 in ambito provinciale (riferito sempre al 28 marzo).
E i contagiati? Ufficialmente 812 - a fine marzo - ma usando i calcoli presuntivi, secondo le linee indicate dalla stessa Organizzazione mondiale della sanità, salirebbero a 19.957. È non fanta-covid.
In pratica, il dato sui decessi (459) rappresenterebbe il 2,24% della popolazione contagiata e questa percentuale è indicata come prudente. E dunque, i contagiati sarebbero stati 20.000 in provincia di Varese già 12 giorni fa.
Astuti tiene a precisare che questi numeri sono persone e riflettono il dramma di chi ha perso la vita e di chi, famigliari e amici, non è potuto essere loro vicino. Che cosa ci dicono queste stime? «Che i dati parziali (resi noti dalla Regione Ndr) non raccontano tutta la realtà. E dimostrano la debolezza di un sistema sanitario che ha puntato tutto sugli ospedali, trascurando la medicina territoriale». Di qui, l’appello «a fare molti più tamponi».
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