CORONAVIRUS
Altri sette giorni di sacrifici
Gallera: «Solo così si potrà contenere la diffusione del virus». Probabile la conferma della chiusura delle scuole e delle altre misure anticontagio

Il contagio c’è, cresce (lo dimostrano i 531 casi in Lombardia, lo dimostra il primo registrato poche ore fa in provincia di Varese) e crescerà ancora, per le caratteristiche del virus (che «Non è un’influenza», ma qualcosa di unico e da affrontare con la massima serietà, ribadiscono a gran voce gli esperti giunti a Palazzo Lombardia per affiancare gli amministratori regionali, tra loro il primario di Infettivologia di Varese Paolo Grossi) e per la mancanza di un vaccino.
Ergo: «Le misure adottate domenica scorsa alla luce dei dati sono assolutamente valide e permettono di controllare la diffusione del virus ed evitare che colpisca tutta la regione. Solo con 14 giorni (corrispondenti al tempo di incubazione del virus) possiamo capire se la diffusione passerà da 1 a 2 a 1 a 1». Per poi ridursi ulteriormente e poter parlare di emergenza in via di soluzione.
Tradotto: l’ipotesi di nuova ordinanza per evitare il contagio da covid 19 approntata da Regione Lombardia, che sarà ora sottoposta al governo e solo domani (sabato 29) diventerà realtà, non prevede mitigazioni particolari. Scuole chiuse, per esempio, e un’altra settimana di sacrifici. Per permettere al personale sanitario di proseguire nel modo più efficace possibile la lotta al contagio.
Questo il succo dell’incontro quotidiano in Regione, aperto dal presidente Attilio Fontana in videocollegamento e proseguito con il consueto aggiornamento dei dati del contagio su scala regionale: 531 pazienti positivi (su quasi cinquemila tamponi effettuati, vale a dire l’11%), 235 ricoverati, 85 dei quali in terapia intensiva. E 17 decessi di persone positive, il che non necessariamente significa che la causa di morte sia il coronavirus in quanto nella stragrande maggioranza dei casi erano presenti altre patologie importanti.
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