CORONAVIRUS
«Non criticate la sanità lombarda»
Fontana bloccato a Milano parla a La Prealpina

«È un momento difficile, le pressioni sono tante. Mi sento su un crinale, tra decisioni giuste e decisioni sbagliate. Ho una sola certezza: operare sempre e comunque nell’interesse dei cittadini lombardi».
Attilio Fontana è lassù, al penultimo piano di Palazzo Lombardia. Ma non come tutti i giorni che sono stati. Dall’altra sera, dopo aver scoperto che una sua collaboratrice è tra i contagiati dal Coronavirus, si trova «in autoisolamento».
«Sì, ma non sono segregato. È chiaro che devo osservare una serie di precauzioni. Ma sono le stesse che vengono chieste a qualsiasi cittadino fosse entrato in contatto con una persona contagiata».
«NON TOCCATE LA SANITÀ»
Fontana racconta alla Prealpina l’aspetto personale, umano, di questo periodo convulso, il più impegnativo finora del suo mandato. Ha subito critiche e attacchi di ogni genere. È entrato in conflitto col premier Conte.
Verrebbe da dire: non si è fatto mancare niente nelle ultime due settimane. Eppure... «Guardo avanti, supero gli attacchi ingiustificati che mi vengono rivolti. Non dico che li tollero, ma non mi faccio condizionare. C’è però una questione che non posso sopportare: le offese alla sanità lombarda, ai nostri medici, ai nostri infermieri. Siccome è successo, mi sono incazzato di brutto... ».
Il riferimento è a un “passaggio poco delicato” del presidente del Consiglio sull’ospedale di Codogno. Si è creata una frattura tra istituzioni. Sarebbero anche volate parole grosse. E Fontana non l’ha mandata giù.
Per questo tiene a ribadire il concetto (e lo fa), descrivendo appunto la giornata di ieri, giovedì 27 febbraio: «Della nostra sanità se ne può parlare solo bene, è un’eccellenza».
LA POLEMICA DELLA MASCHERINA
Ha fatto un certo effetto l’immagine del governatore con la mascherina in un video postato l’altra sera sui social. Apriti cielo, nuove critiche. Con un denominatore comune: eccessivo, sfrontato, esibizionista. «Ma va là. Chiariamo ancora: nell’esercizio della mia funzione, sono chiamato ad osservare le istruzioni indicate per gli operatori di servizio sanitario e socio-sanitario regionale. Sono istruzioni che servono a garantire il livello di massima sicurezza in relazione alle condizioni di potenziale o possibile esposizione al Coronavirus».
Il presidente della Regione precisa che il tampone è negativo, «ma è comunque previsto l’utilizzo della mascherina chirurgica e la misurazione della febbre almeno due volte al giorno». «È un obbligo di cautela - aggiunge - al quale devo rispondere anch’io. Il presidente della Regione non è diverso dagli altri cittadini».
In un’intervista a La Repubblica Fontana aggiunge: «Il video con la mascherina? Lo rifarei. Volevo far capire ai cittadini che rispettando certe regole di base fissate dall’Istituto superiore di Sanità si può vivere normalmente. Tanto è vero che continuo a lavorare».
Nella serata di ieri, l’ex sindaco di Varese è tornato tra l’altro sull’argomento con un tweet, a dimostrazione che la polemica non si era ancora esaurita.
«MI MANCA TORNARE A VELATE»
La scorsa, è stata la seconda notte trascorsa a Palazzo Lombardia. Non è da lui. Nel senso: solitamente rientra sempre a Velate, dove vive con la famiglia. «Tornare a Velate equivale a rigenerarmi. È come l’inizio di una nuova esistenza». E al mattino, la ripartenza: scende, «mi fermo ad acquistare la Prealpina», attraversa la città e via verso Milano. «Ho un letto qui a Palazzo Lombardia, per il momento è così. Mi manca, certo, il rientro a Varese».
I PROSSIMI PASSI
E intanto, cresce l’attesa per le decisioni che la Regione dovrebbe prendere in giornata, al massimo domani, sabato 29 febbraio, sui provvedimenti e i divieti adottati da domenica 23. «Valuteremo. Domani mattina (oggi, venerdì 28 Ndr) esamineremo bene la situazione e dati alla mano decideremo se proseguire così, modificare o cancellare qualcosa».
Di più non si sbottona il presidente. A La Repubblica chiarisce: «Dobbiamo aspettare gli esiti dell’applicazione delle misure più drastiche, occorrono almeno cinque o sei giorni almeno. Tra domani e dopodomani valuteremo. Riaprire le scuole? Non dobbiamo deciderlo noi, ce lo devono dire i medici, gli esperti dell’Organizzazione mondiale della Sanità».
La sensazione però è che verranno tolte alcune limitazioni, soprattutto per ciò che riguarda le attività costrette ad uno stop forzato per via dell’emergenza sanitaria.
Tra le priorità, c’è infatti quella di ripartire, ove possibile, perché l’economia lombarda sta soffrendo. «Sì, sta soffrendo - è la sottolineatura del governatore -, e stiamo studiando una serie di iniziative per dare una mano alla nostra economia». Così, il varesino Fontana.
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