CORONAVIRUS
Arcisate volta pagina
FOCUS: qui il primo focolaio, ora c’è voglia di ripartire. «In edicola la gente viene ancora. E ho anche molte richieste per avere il giornale a domicilio: per gli anziani il servizio è gratuito»

Arcisate ai tempi del coronavirus è l’immagine del traffico al semaforo di via Matteotti. Qui, fino a un mese fa, chi era in transito sulla Valceresio “invecchiava” aspettando il verde dietro a una colonna di auto. In questi giorni, invece, si arriva al rosso senza avere davanti nessuno.
Ora tutto è cambiato. Tutto è diverso. Il mercato del giovedì, frequentato da centinaia di persone, è sospeso da tempo. I treni, attesi otto anni di lavori, camion e polvere, passano col contagocce. E quelli che si fermano alla stazione sono vuoti o quasi. Qualcuno è in giro a piedi con la mascherina, oppure usa artigianalmente la sciarpa. Altri sono a spasso col cane o in automobile. Ma l’unico assembramento, rispettando sempre la distanza di sicurezza, è al di fuori dei pochi negozi alimentari aperti.
Al Tigros e da Bozzi ci sono 4-5 persone in fila e rispettano con pazienza la circolazione a rilento. In generale le persone sono prudenti. Ad Arcisate, forse, si è compreso prima il dramma perché il paziente 1 del Varesotto è un 85enne arcisatese, guarito completamente nei giorni scorsi. Fortunatamente il focolaio è stato contenuto e, da giorni, i casi di pazienti ufficialmente positivi, stando al bollettino serale dato via video dal sindaco Gianluca Cavalluzzi, sono fermi a otto persone malate.
GIORNALE A DOMICILIO
Qualcuno si regala La Prealpina o il giornale del giorno. «In edicola – racconta Giuseppe Brivio, titolare dell’Angolo della notizia – la gente viene ancora. Potrei far entrare due persone per volta, ma preferisco avere all’interno soltanto un cliente. Indosso la mascherina e i guanti e tutte le mattine lavo due volte il pavimento con la candeggina. Ho molte richieste per avere il giornale a domicilio e, per gli anziani, il servizio è gratuito». I cimiteri sono chiusi, così come il Parco Lagozza: laddove, durante la bella stagione, la Pro loco e le altre associazioni riescono a richiamare migliaia di persone, ospitando anche un concerto di Davide Van De Sfroos con circa tremila spettatori, oggi non può passeggiare anima viva.
FARMACISTE PSICOLOGICHE
Chi abita nella zona del Sacragni ha la fortuna di portare i bimbi a salutare gli asinelli e i cavalli della Monda, altri spaccano la legna per far passare il tempo, oppure si cura l’orto e il giardino. Complessivamente le persone restano a casa. Anche perché, di aperto, c’è ben poco. La farmacia La Calce, per esempio: «Già in condizioni normali – spiega la dottoressa Antonella La Calce – siamo un presidio anche psicologico per le persone ma, in questo periodo, il bisogno di sostegno e vicinanza è ancor più pressante, soprattutto verso chi tende a lamentarsi su com’è stata gestita la situazione e gli altri timori sul presente e sul futuro». Insomma, farmaciste sì, ma anche psicologhe. «Per il resto, oltre alle precauzioni in farmacia, abbiamo attivato il servizio di consegna a domicilio per gli anziani, attraverso le telefonate o i WhatsApp con i codici delle ricette dei clienti. Per fortuna ora sono arrivate le mascherine chirurgiche, perché per una quindicina di giorni ci siamo dovuti adattare a utilizzare sempre la stessa. A mancare, ora, sono i guanti in lattice e silicone». I negozi chiusi, invece, sono vicini ai clienti con la tecnologia. La parrucchiera di Brenno Useria, Cinzia Turchetti, per esempio, manda dei tutorial su come mantenersi belli anche col “fai da te”.
PIZZA AI VOLONTARI
A non aver mai chiuso c’è anche l’Ufficio postale e poi Spacciopizza, fra i primi esercizi di ristorazione a potenziare la consegna a domicilio: «Fra la pizzeria e le consegne – dice il titolare Andrea Spennagallo – lavoriamo in dodici persone e, in questi giorni in cui eravamo praticamente gli unici aperti, il lavoro è aumentato. Inoltre tutte le sere doniamo delle teglie alla Croce rossa Valceresio e alla Protezione civile».
Nel centro storico sembra invece di essere in un paese fantasma. Da via Foscarini si imbocca via Riazzo e si arriva in uno dei luoghi più belli della “capitale” della Valceresio: via Lazzaretto. Da qui parte la salita della via Crucis, una sofferenza che, ora, stanno vivendo anche Arcisate e la Lombardia. Sperando che il Golgota del coronavirus giunga la risurrezione.
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