CORONAVIRUS
«Il governo ci deve aiutare»
Lombardia unita nel chiedere misure più forti: Regione, sindaci, sindacati e imprenditori. Decisione attesa per domani. Contagi in calo nel Lodigiano, +133 le vittime

Coronavirus, è stata decisamente la giornata dell’accelerazione da parte del “sistema Lombardia” nei confronti del governo centrale.
Dopo le numerose dichiarazioni iniziate dalla mattinata di martedì 10, dopo gli incontri con i sindaci dei capoluoghi lombardi e il nuovo confronto con Roma, Attilio Fontana e i suoi assessori (per la prima volta da oltre una settimana, chiuso il periodo di autoisolamento, torna a spingere sul “gas” ribadendo la necessità di misure straordinarie, unica via verso il rallentamento del contagio. «Questa è stata una giornata molto dura e impegnativa - esordisce il governatore - ma ci sono buone notizie: nella zona rossa Codogno-Lodi l’evoluzione dell’infezione dell’infezione si sta invertendo, rallentando notevolmente rispetto al resto della Regione. Questo è il dato da cui ripartire, ed è anche il dato che abbiamo sottolineato oggi nell’incontro con i sindaci. I quali ci hanno chiesto di farci interpreti presso il governo nazionale per richiedere misure più stringenti. Dobbiamo insistere perché l’unica “medicina” che abbiamo in questo momento è ridurre il più possibile i contatti».
Concluso il primo “step”, Fontana racconta del successivo confronto con il governo: «Pochi minuti fa concluso un incontro con il governo, al quale ho sottoposto una lettera unitaria dei sindaci. E qui, devo dirlo, la sensazione è che non sia ancora stata percepita in maniera uniforme la situazione che stiamo vivendo in Lombardia, sia da altre Regioni sia da alcuni esponenti del governo. Abbiamo insistito su tre punti: in primis la lettera dei sindaci, quindi quella dei tre sindacati che chiedono misure più stringenti e infine il documento delle associazioni imprenditoriali, a loro volta disponibili ad accelerare sulle misure. Occorre intervenire, perché altrimenti il sistema sanitario rischia di essere in difficoltà. Dobbiamo invertire la tendenza al più presto. Mi auguro che tutti questi appelli possano essere valutati attentamete dal governo».
Quale è stata la risposta di Roma? «Il governo, che si riunirà domani mattina, si è detto disponibile ad affrontare le proposte e a voler prendere in considerazione nuove misure per la Lombardia».
Quanto ai dati di giornata, la parola è passata come di consueto all’assessore al Welfare Giulio Gallera, che ha confermato aspetti positivi e criticità: «Anche oggi l’indicazione dei numeri evidenzia una costante crescita. Oggi il totale dei casi positivi è 5791, ma l’aumento di soli 322 casi rispetto a 24 ore fa potrebbe essere causato dai tempi diversi dell’ottenimento dei risultati dei tamponi. Quanto ai ricoverati, siamo a quota 3319 con un aumento di 505 unità, dei quali 466 in Terapia intensiva (+26). Crescono fortunatamente i pazienti dimessi, 896, cresce molto anche il numero dei decessi, oggi 468 con un aumento di 135».
Scorporando i dati territoriali, anche in questo caso una conferma: la situazione molto grave della Provincia di Bergamo (1472 positivi, +248), e il rallentamento netto dei contagi nel Lodigiano (963 rispetto ai 928 di ieri, con un incremento di sole 35 unità). Milano è a quota 592 (+76), Varese con i 50 positivi resta una delle zone meno colpite. «Continua questa nostra corsa - prosegue Gallera -, il dato che ci ha portato a fare proposte ancora più radicali è, lo ribadisco, il significativo rallentamento dei contagi nella zona del Lodigiano».
Ma ci sono anche altre tematiche al centro dell’azione: «Stiamo accelerando le dimissioni di pazienti ipotizzando di utilizzare strutture intermedie, come le aree fieristiche, per alleggerire i presìdi ospedalieri, ma anche ospedali con posti di subintensiva (oltre a Cuasso e Sondalo anche Bollate).
Alcuni presìdi oggi sono allo stremo, da Bergamo a Cremona, e l’obiettivo è di dare una mano, portare via pazienti e mettere in campo personale sanitario».
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