CORONAVIRUS
Pronto soccorso sotto pressione
Ospedali Covid in emergenza: Varese e Busto Arsizio reggono, a Gallarate, Saronno e Legnano personale con l’acqua alla gola

Fino a qualche giorno fa l’emergenza si concentrava nei fine settimana, quando gli studi dei medici di base erano chiusi e chi stava male poteva contare solamente sul pronto soccorso degli ospedali. I dati registrati ieri dicono però che adesso la realtà è cambiata: i pronto soccorso di Varese e Busto Arsizio ancora ancora reggono, ma a Gallarate, Saronno e anche Legnano la situazione è al limite dell’ingestibile e l’emergenza Covid sta tornando a mettere in affanno le strutture sanitarie della zona.
Pazienti parcheggiati ovunque, sale d’attesa pericolosamente affollate, parenti in attesa per ore. Lunedì l’emergenza è durata tutta la giornata, medici e infermieri non hanno avuto un attimo di respiro: l’assalto è cominciato in mattinata, con il passare delle ore la situazione è solamente peggiorata. A Varese alle 13 i pazienti al pronto soccorso erano 43, 36 in trattamento e 7 in attesa; alle 17 erano diventati 40 (36 in cura e 4 in attesa), alle 20 erano tornati 43 (37 più 6). Una situazione gestibile, anzi. La media degli accessi giornalieri è addirittura inferiore rispetto al solito, anche se un terzo dei pazienti arriva con sintomi riconducibili al Covid.
Trenta ricoverati
All’ospedale di Circolo di Varese ogni giorno sono ricoverati una trentina di contagiati, per il momento i posti a disposizione sono ancora 25. Anche Busto Arsizio regge: 55 pazienti alle 13 (50 in trattamento e 5 in attesa) e 55 anche alle 17 (47 più 8), mentre alle 20 c’erano “solo” 41 persone, tutte già prese in carico. Molto diversa la situazione a Gallarate, dove fin da domenica sera erano state registrate situazioni di evidente sofferenza. In numeri assoluti gli accessi al pronto soccorso del Sant’Antonio Abate sono inferiori a quelli di Busto Arsizio, ma per spazi e dimensioni le due strutture non possono essere paragonate. E così alle 13 al Sant’Antonio c’erano già 38 persone (28 in trattamento e 10 in attesa), poi scese a 34 alle 17 (22 in cura ma 12 in attesa) e quindi risalite a 39 alle 20, con un totale di 24 persone prese in carico e ben 15 nella sala d’aspetto.
Record negativo
Peggio ha fatto solo il pronto soccorso dell’ospedale di Legnano, dove sono stati registrati numeri da record. In condizioni normali, la struttura rischia di andare in sofferenza con 30, 35 accessi contemporanei. Ieri sera alle 20 al pronto soccorso di via Papa Giovanni Paolo II c’erano in tutto 63 persone: 18 in sala d’aspetto e 45 in trattamento, tra i quali ben 9 codici rossi. Persone che per dirla in parole povere stavano concretamente rischiando la vita. Il pomeriggio era andato appena meglio: alle 17 i pazienti erano in tutto 59, 17 in attesa e 42 in trattamento (tra i quali 6 in codice rosso); alle 13 invece erano 48, 11 in attesa e 37 in trattamento (tra i quali altri 6 rossi). L’ultimo degli ospedali Covid del territorio è Saronno, dove ieri le cose sono andate meglio che a Legnano solo in termini di numeri assoluti. Anche qui il pronto soccorso è stato sovraffollato per tutta la giornata: 44 accessi alle 13 (7 in attesa e 37 in trattamento, tra i quali 2 codici rossi), 46 alle 17 (37 in cura e 9 in attesa), 41 alle 20 (34 più 7). In tre ospedali su cinque, i turni in entrata ieri sera si preparavano a una nottata da incubo. E, con la curva dei contagi che continua a salire, per invertire la tendenza servirebbe un miracolo. I pronto soccorso sono l’ultimo baluardo, ma l’assalto sta mettendo tutti a dura prova.
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