CORONAVIRUS
Tutti i numeri della Provincia
Nel Varesotto 44 nuovi contagi. Busto ne ha 94, cresce Cassano. Incremento minore rispetto a sabato, ma il numero di tamponi è più basso

È stata una domenica senza scossoni in provincia di Varese sul fronte coronavirus. E non si tratta ancora di una buona notizia.
La crescita dei contagi certificati dal tampone è stata nel territorio di 44 unità, portando il totale ad 812.
Ma se è vero che si tratta di una cifra inferiore di 13 positivi rispetto al sabato, è anche vero che il quantitativo di test effettuati è stato abbastanza inferiore, consentendo di parlare di un trend costante. Prendendo il dato “secco” di giornata, si tratta del quarto peggior monitoraggio quotidiano della situazione dall’inizio dell’epidemia in Lombardia, che risale a poco più di un mese fa.
Come ormai avviene fin da quando il covid-19 ha fatto la sua comparsa in questo territorio, resta sempre Busto Arsizio la città con più casi. Certo non c’è da stupirsi di questo triste primato, trattandosi anche del Comune più popolato, ma l’incidenza relativa al numero di residenti è superiore al contagio ogni mille cittadini, quindi ben sopra l’asticella della media provinciale.
Anche il capoluogo Varese continua a conteggiare situazioni allarmanti, aumentate anche ieri di 5 unità (a Busto la crescita è stata invece di 7 infezioni) mentre in ventiquattro ore ci sono stati tre contagiati in più a Saronno, uno nella piccola e flagellata Caronno Pertusella e uno anche a Gallarate.
Giornata nerissima per Cassano Magnago, che ha avuto altri tre casi di infezione polmonare portando il totale a 25, così come Tradate è salita a 22. Fa preoccupare pure la situazione della Valle Olona, dove sono le cittadine più vicine a Busto e a Legnano a pagare dazio alla malattia: in particolare è Castellanza ad aver toccato quota 20 positivi.
Ma ormai, come si vede nella tabella qui accanto (in cui sono inseriti i municipi colpiti da almeno quattro casi), sono tantissime le città, grandi o piccole, a fare il conto con la pandemia.
Solo una quindicina di Comuni varesini, molti popolati da poche centinaia di persone, sono ancora estranei a questa emergenza che non dà assolutamente tregua.
Intanto continua anche la triste conta dei morti: nel Varesotto, a ieri, erano quasi ottanta, con il triste primato che spetta sempre a Busto Arsizio, dove ne sono stati conteggiati già sette, l’ultimo dei quali una novantenne residente nel quartiere di San Michele e già seguita dai Servizi sociali comunali. Il tutto fermo restando che anche questo aspetto della vicenda verte su statistiche viziate dall’ormai continua mancanza di test capaci di definire con certezza l’incidenza del coronavirus. Ed è un po’ lo stesso discorso che vale per il numero totale dei contagi.
Ormai da giorni le tabelle diffuse giornalmente da Regione Lombardia e protezione civile possono essere considerate solo degli spunti per capire il trend, peraltro nemmeno troppo affidabili perché il conteggio del lavoro già sottostimato che viene affidato ai laboratori di analisi subisce anche problemi a livello di inserimento nel data base, tant’è vero che anche Varese e il suo territorio hanno misurato venerdì un’ondata anomala di contagi che era figlia della compilazione di tante schede di malattia - già conosciute da giorni - tutte in una sola volta.
Gli 812 cittadini positivi (compresi i deceduti e i guariti) sono insomma la punta dell’iceberg, nella maggioranza sono quelli con sintomi più evidenti che hanno indotto ad effettuare il tampone. A parte gli asintomatici, infatti, tutti gli altri che hanno febbre e tosse ma non stanno troppo male, vengono lasciati a casa, in attesa che siano loro stessi a informare Ats dell’evoluzione delle loro condizioni. Il tampone, nel caso, si farà più avanti, solo in caso di aggravamento. Ed è capitato che a volte fosse ormai troppo tardi.
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