LA CASSAZIONE
Corruzione internazionale, assolto Orsi
L’ex ad di Finmeccanica e Agusta Westland per l’accusa aveva versato tangenti a funzionari dell’India per vendere 12 elicotteri

È stato confermato dalla Cassazione il proscioglimento dall’accusa di corruzione internazionale e frode fiscale per gli ex ad di Finmeccanica e Agusta Westland, Giuseppe Orsi e Bruno Spagnolini, in relazione alla vicenda delle presunte tangenti per la fornitura di dodici elicotteri all’India, un appalto da centinaia di milioni di euro, un affaire che diede un duro colpo all’immagine del nostro gioiello di famiglia. La Suprema Corte, infatti, ha respinto il ricorso del Pg di Milano contro la sentenza emessa dalla Corte di Appello del capoluogo lombardo l’8 gennaio 2018, nell’appello bis disposto nel 2016 dagli ermellini. Respinti anche i ricorsi dell’Agenzia delle Entrate e del Ministero della Difesa dell’India.
Dal Pg della Cassazione Mariella De Masellis, nella sua requisitoria, è venuto l’ok alla convalida dell’appello bis per la «mancanza di elementi oggettivi» sulla responsabilità di Orsi e Spagnolini non solo per le presunte mazzette - per circa 10,5 mln di euro - ma anche per l’accusa di fatture false, dato che «Non è stata dimostrata la sovrafatturazione dei costi sostenuti che - ha ricordato il Pg - sono stati effettivamente sostenuti». Soddisfatti gli avvocati Novella Galantini e Massimo Bassi, difensori di Orsi e Spagnolini, che tuttavia continuano a tenere la guardia alta perchè in India è aperto un procedimento gemello, con tanto di rogatorie nonostante il «Ne bis in idem».
Non c’è «Prova sufficiente» per dimostrare che «I fatti sussistano», avevano stabilito i giudici milanesi condividendo la tesi dell’altro legale di Orsi, l’avvocato Ennio Amodio, che ha sempre detto che questa vicenda «Sin dalle prime battute doveva essere chiara anche agli investigatori: non esiste alcun accordo corruttivo, non c’è prova alcuna che il denaro sia pervenuto al maresciallo Tyagi“, ex capo dell’Aeronautica militare indiana, anche lui sotto inchiesta in India.
Gli arresti di Orsi e Spagnolini erano scattati nel febbraio 2013 a seguito dell’inchiesta della Procura di Busto Arsizio sulla presunta maxi stecca di cui una parte, secondo l’accusa, sarebbe finita alla famiglia di Tyagi per favorire Agusta Westland nella gara per vendere gli elicotteri al governo indiano, vinta dalla controllata di Finmeccanica nel 2010. Accuse che, però, avevano retto solo in parte in primo grado, tanto che nell’ottobre 2014 i due manager erano stati condannati a due anni solo per false fatturazioni. In appello erano arrivate le condanne anche per corruzione internazionale, a quattro anni per Spagnolini, e a quattro anni e mezzo per Orsi.
Nel dicembre 2016, poi, la Cassazione ha ordinato di rifare l’appello e di risentire, tra gli altri, Guido Haschke, consulente italo-svizzero ritenuto dalla Procura il mediatore dell’accordo corruttivo. Haschke ha patteggiato la pena, ma ha sempre negato la corruzione. Anche AgustaWestland nel 2014 ha patteggiato davanti al gip di Busto con la confisca di 7 milioni e mezzo di euro. I pg Gianluigi Fontana e Gemma Gualdi nell’appello bis avevano chiesto la conferma delle condanne, ma la Corte milanese aveva assolto per insufficienza di prove. L’India da più di tre anni indaga sulla corruzione, anche con una serie di arresti, tanto che il Ministero della Difesa di Nuova Delhi si è costituito in giudizio per il risarcimento.
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