LA TRAGEDIA
Così esplose il convertiplano
Rapporto dell’Ansv sull’incidente dell’ottobre 2015: troppe oscillazioni in volo, niente da fare per Venanzi e Moran

Quattro cause per una tragedia già entrata nella storia dell’aviazione italiana.
Fu una fine tanto triste quanto eroica quella di Pietro Venanzi ed Herb Moran, i due collaudatori di Agusta Westland – oggi Leonardo - morti il 30 ottobre 2015 a causa dell’esplosione in volo del prototipo di convertiplano durante una prova in volo nei cieli del Vercellese. Trasportarono infatti il velivolo metà aereo e metà elicottero lontano dal centro abitato di Santhià, durante un’ultima manovra disperata per evitare l’impatto con le case e scongiurare così una strage.
Nei giorni scorsi l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (Ansv), ha pubblicato il rapporto finale sull’incidente che costò la vita all’esperto comandante di Sesto Calende e al suo collega statunitense, pilota per tredici anni nei Marines per poi approdare alla Bell e infine stabilirsi a due passi dal lago di Varese per contribuire all’avveniristico progetto AgustaWestland di portare in produzione l’Aw609.
A provocare l’incidente del convertiplano sarebbe stato un mix di circostanze riconducibili al sistema di controllo dell’aeromobile e, in ultima analisi, ai ripetuti contatti delle pale del proprotor con l’estremità alare del velivolo che avrebbero innescato una serie di oscillazioni latero-direzionali risultate in un volo incontrollato. L’AW609 si è dunque disintegrato in volo a causa delle insostenibili sollecitazioni aerodinamiche, prima di prendere fuoco e precipitare. «L’impatto dei proprotor sulla semiala - si legge nel report - ha verosimilmente danneggiato le linee idrauliche e del carburante causandone il cedimento strutturale e il successivo incendio in volo». L’intervento dei piloti, continua l’Ansv, «è risultato in linea con quanto è correttamente possibile mettere in atto in tali circostanze», ma non ha portato al risultato sperato, «ovvero allo smorzamento delle oscillazioni». Venanzi e Moran avrebbero dunque fatto tutto il possibile, ma non fu sufficiente.
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