ULTRA TRAIL
Da Buguggiate al trail da 450 chilometri
L’impresa di Andrea Pirovano: 15esimo al Tor des Glaciers

È considerata una delle tre corse più massacranti al mondo ma lui, all’indomani dell’impresa, ne parla con semplicità e il sorriso sulle labbra. E quando gli si domanda del piazzamento finale, chiede conferma alla compagna Elena: «Quanto sono arrivato? Quindicesimo assoluto e quinto fra gli italiani?». Proprio così: è questo l’incredibile risultato conquistato da Andrea Pirovano al Tor des Glaciers, gara di 450 chilometri per 32mila metri di dislivello positivo, partenza e arrivo a Courmayeur. Il percorso – con 198 partecipanti in tutto - deve essere finito entro 190 ore, Pirovano ne ha impiegate 158.
Perfino iscriversi alla gara è difficile: ha diritto a partecipare alle selezioni soltanto chi ha concluso la corsa “gemella” del Tor des Geants (330 chilometri, 24mila metri di dislivello) entro le 130 ore.
DALLA BRIANZA PER AMORE
Quarant’anni, brianzolo di origine, trasferitosi a Buguggiate quattro anni fa per amore, Andrea di professione è progettista meccanico, ma nel tempo libero ama stare all’aria aperta, tra corsa, passeggiate e parapendio, in particolare l’«hike and fly», disciplina che combina escursionismo e parapendio. E per la massacrante sfida valdostana si è preparato senza particolari accorgimenti: «Mi alleno quando posso, non seguo tabelle – racconta Andrea al telefono, di ritorno da Courmayeur -. Ho sempre praticato il trail ma su distanze medio-lunghe. Nei miei percorsi sulle montagne varesine ho conosciuto Walter (Coppe, punto di riferimento del trail sul territorio, ndr) e sono entrato nel gruppo della Atletica 3V».
TRE ORE DI SONNO
Anno dopo anno, ecco la sfida del Tor des Glaciers, a cui si è presentato accompagnato dalla fidanzata Elena Nicolini, di professione psicologa, e dal cane Yang, trovatello adottato in canile: «Il bilancio è assolutamente positivo – spiega Andrea -. Mi sono divertito tantissimo e non ho mai pensato di mollare: sono stato sempre lucido, con il sorriso sulle labbra, mi è piaciuto tutto». Oltre al fisico, a contare è anche la testa, soprattutto nella gestione della privazione di sonno: «Grazie anche ai consigli di Elena – spiega l’atleta -, in questa gara ho deciso di dormire tantissimo». Tantissimo? «Sì, circa tre ore per notte – risponde -, per un totale di una ventina d’ore in tutto il Tor, a differenza di altri atleti che invece preferiscono non dormire. La testa è la cosa più importante: mai mollare, a prescindere dal tempo bello o brutto, anche quando si è soli». E adesso? Prossimo obiettivo nel mirino? «Adesso – conclude Andrea Pirovano con un sorriso – voglio soltanto dormire».
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