L’IMPRESA
Da Laveno a Rimini in kayak
A 66 anni Francesco Gobbi ha pagaiato dal Lago Maggiore all’Adriatico per 23 giorni

Dal Lago Maggiore all’Adriatico di Rimini in kayak, in solitaria, a 66 anni.
Francesco Gobbi ce l’ha fatta e poche ore prima dello scoccare di Ferragosto ha raggiunto la città emiliana dopo 23 giorni di pagaiate, sul Verbano, il Ticino, il Po e infine concedendosi pure una “scampagnata” in mare Adriatico, fino all’appuntamento con il figlio, residente in Romagna.
In tutto ha percorso 620 chilometri, testimoniati giorno per giorno da una serie infinita di commenti scritti, fotografie, video pubblicati sul gruppo Facebook “Kayakticinpo”, dove si è potuto vivere il viaggio quasi in tempo reale, scoprendo un’Italia poco conosciuta, come quella del suo più grande fiume, delle chiuse, degli incontri e delle disavventure affrontate.
«Sono stati tutti momenti belli - racconta Gobbi -. Dal Ticino, con le piccole rapide e l’acqua limpida, che ho pure bevuto, e arrivando al Po: all’inizio mi aveva impressionato, quasi impaurito, perché in quei giorni c’erano stati parecchi temporali sulle Alpi e le Prealpi, e l’ondata arrivata da nord ne ha smosso il fondo limaccioso. E così il corso d’acqua, inglobando ossigeno, ha provocato una schiuma marroncina. Non era inquinamento, ma il fiume che saliva e si rimescolava. Infine sono passato dalle Idrovie Ferraresi, con le chiuse, fino a Comacchio e, finalmente, sono sfociato in mare».
Non sono mancati i problemi, anche pesanti.
«Proprio all’inizio, ancora sul Ticino, ho perso il controllo del kayak su una rapida e ho sbattuto contro un sasso, perdendo i documenti. Sono dovuto rientrare a casa per rifarli, ma non mi sono perso d’animo. Nel frattempo ho lasciato la canoa al restauratore di mobili Luca Lombardo e, una volta sistemata, sono ripartito. Lungo il viaggio ho trovato tante persone gentili e ospitali: canottieri, pescatori, responsabili delle chiuse e infine i bagnini. Tantissimi mi hanno aiutato dandomi qualcosa da mangiare, indicandomi i posti migliori dove dormire e passare o, semplicemente, scambiando con me qualche parola. E poi gli animali, bellissimi: cavalieri d’Italia, aironi cenerini, cormorani».
Infine un pensiero alla prestazione fisica e mentale, non proprio usuale per un pensionato 66enne.
«Non voglio parlare di impresa, ma mi sono piaciuto - conclude Gobbi -. Serve spirito di adattamento, come dormire sui pontili. Sono piccoli sacrifici ma, se la serata è serena, il cielo stellato ti ripaga di tutto».
Mentre l’approdo a Rimini è stato ripagato con una gustosissima piadina. Quanto mai meritata.
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