CALCIO
Da Varese alla Finlandia, Baruffato resta in panchina
Per l’allenatore «un nuovo progetto nel sociale»

Il brano “Amici mai” di Antonello Venditti è diventato un mantra nel mondo del calcio. Chi non considera perfetto “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”, per raccontare i grandi ritorni? Ma, a volte, questa ricostruzione non si adatta al dipanarsi della vicenda ed è il caso di Marco Baruffato e l’Ilves Tampere, un “amore” che sembrava attraversare la crisi del settimo anno… con tre anni di ritardo e che si è ricomposto perché quando si è indispensabili, anche chi sbaglia capisce che non può lasciarti andare. Il rapporto fra il mister varesino e il club scandinavo infatti pareva ai titoli di coda dopo le dimissioni presentate in estate dal coach ma, alla fine, tutto è rientrato. È lo stesso ex preparatore atletico e vice allenatore del Varese a raccontare l’accaduto: «Sentivo che il rapporto di fiducia reciproco era venuto meno, mi sembrava il momento di cambiare e in estate ho informato il club, portando comunque al termine la stagione». E lo ha fatto nel migliore dei modi, con l’ennesimo trionfo di questi due lustri, il campionato Primavera che l’Ilves non vinceva dal 2001. I perché della scelta? «Mi erano state date tante responsabilità ma da parte del club c’è stato pochissimo supporto. E dire che per contro la provincia di Tampere mi ha premiato per aver dato lustro alla città nello sport e nel calcio... Mi sono sentito un po’ abbandonato a me stesso, tanto da trovarmi a dover ringraziare mio figlio Nicholas che in pratica è diventato il mio “dirigente accompagnatore”. E questo nonostante i grandissimi sacrifici uniti ai risultati di questi anni: non solo quelli sul campo ma anche quelli che hanno consentito all’Ilves di diventare una realtà nota a livello internazionale».
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