IL CASO
Da vittima a indagata
Assolto il professore accusato di molestie sessuali, nei guai la ragazza, all’epoca quattordicenne

Da vittima di molestie sessuali ricevute addirittura dal suo professore a indagata dalla procura dei minori per calunnia: ora la ragazza dovrà affrontare le conseguenze delle pesanti bugie raccontate solo per togliersi dai guai, per farsi compatire e perdonare.
Nei giorni scorsi il gup Nicoletta Guerrero ha depositato le motivazioni dell’assoluzione del docente, difeso dall’avvocato Cesare Cicorella.
A parere del giudice all’origine dei problemi della ragazza - che all’epoca della denuncia aveva quattordici anni - c’è il rapporto sbilanciato, malsano e nocivo con uno spacciatore ventenne. A riprova di ciò la denuncia presentata dai suoi stessi genitori, i quali si erano rivolti alle forze dell’ordine perché, dopo la scuola, la ragazza non era tornata a casa e aveva trascorso la notte chissà dove. Lo sfacelo- misero a verbale mamma e papà - sarebbe iniziato con la comparsa del tunisino, con cui aveva rapporti sessuali consumati nei motel della zona, con cui frequentava personaggi a dir poco equivoci.
Emblematico l’episodio che la giovane riferì poco prima di buttare fango addosso all’insegnante: la quattordicenne chiamò il padre agitata e gli disse che era stato accoltellato un suo amico. Ai militari spiegò che il ragazzo venne addirittura torturato e recuperato in condizioni gravi, con bruciature di sigaretta sul petto e sulle braccia e ustioni provocate da sacchetti di plastica incendiati. Sconcertante verità o favola horror? Non si è mai capito, sta di fatto però che l’indomani iniziò a puntare il dito contro il docente. A scuola non andava più, il rendimento era ai minimi storici, in famiglia era diventata aggressiva, minacciava di morte anche la sorella. Ovviamente si era avvicinata agli stupefacenti e quindi era in balia di una parabola discendente che la stava portando alla distruzione.
Secondo i genitori «agiva contro la propria volontà, perché innamorata del tunisino, schiava della droga o vittima delle violenze psicologiche di quello spacciatore». Impossibile dunque credere alle sue parole, anche perché nel corso delle indagini non hanno mai trovato un riscontro. Osserva il giudice: «La sua esistenza non può in nessun modo considerarsi normale per una quattordicenne. Non è infatti normale che a quell’età si frequenti un tossicodipendente molto più grande di lei, che menta ai genitori e non rincasi senza avvertire, che faccia uso di droghe, che abbia frequentazioni malsane e assista a episodi sconcertanti, che dorma in hotel e abbia rapporti sessuali, che rubi i soldi e usi violenza contro i familiari».
È alla luce di questi squilibri che si devono inquadrare le accuse mosse nei confronti del professore. Assolto con formula piena.
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