IL CAIRO
Dal Cairo a Roma splendono i tesori dei faraoni

(Di Elisabetta Stefanelli)
(ANSA) - IL CAIRO, 29 MAG - Non sono nemmeno le 7 del mattino
quando il linguaggio dei clacson sveglia piazza Tahrir e la
città riprende la sua vitalissima esistenza, mentre a pochi
metri nelle affascinanti sale dedicate a Tuya nel Museo Egizio
si intreccia un filo che unisce due luoghi simbolo tra Il Cairo
e piazza del Quirinale a Roma. È una strada che passa
dall'antico Egitto a riannodare le diplomazie dei due paesi
attraverso la cultura, dando vita ad una mostra che si annuncia
eccezionale e che è stata presentata oggi al Cairo.
Dal 24 ottobre 2025 al 3 maggio 2026 le Scuderie del
Quirinale ospiteranno Tesori dei Faraoni, la mostra con la
maggiore durata mai realizzata nel museo che punta a superare i
600 mila visitatori di quella record dedicata a Caravaggio nel
2010. Si tratta di 130 opere di cui 108 provenienti dall'Egizio
del Cairo appunto e anche da quello di Luxor e dall'Egizio di
Torino, che saranno divise in sei sezioni dall'allestimento
super scenografico e che si chiuderanno nello splendore dell'oro
della maschera di Amenemope, che unisce sfarzo e raffinatezza,
parole chiave di questa esposizione destinata poi ad un tour top
secret. Questo per portare l'attenzione sull'arte egizia mentre
per il 3 luglio si annuncia l'apertura del Gem, grandioso anzi
faraonico museo tutto nuovo ai piedi delle piramidi in cui sarà
trasferito tra l'altro tutto il tesoro di Tutankamon ora in
piazza Tahrir, tranne la spettacolare maschera che rimarrà nella
fascinosa sede antica.
"La più grande sfida - spiega il curatore Tarek El Awadi - è
andare in Italia ed attrarre un pubblico così abituato alla
bellezza e alla grande cultura. Sarà una mostra non solo di
artefatti di grandissimo valore stilistico ma anche portatori di
storie come il sarcofago di Tijuia, nonna del grande faraone
Akhenaton. Non si potra' non innamorarsi dell'antico Egitto
vedendo opere come il sarcofago d'oro della regina Ahhotep o la
sua collana delle Mosche d'oro, riconoscimento da grande
guerriero".
Da parte sua Mohamed Osman, direttore generale dei Musei
egizi ha sottolineato il significato simbolico della vicinanza
con il palazzo del Quirinale residenza del presidente della
Repubblica mentre il ministro della cultura Alessandro Giuli in
un messaggio video ha spiegato che la mostra "rappresenta
un'opportunità straordinaria per consolidare il dialogo tra
Italia e Egitto. Un dialogo fondato sulla valorizzazione del
patrimonio culturale e sulla ricerca scientifica. In questo
contesto non posso non richiamare il Piano Mattei - ha aggiunto
- un modello che non si limita agli ambiti economici ed
energetici, ma che punta a rafforzare anche le relazioni
culturali".
La mostra infatti è nata dalla collaborazione tra il
Consiglio Supremo delle Antichità Egizie e le Scuderie del
Quirinale, porterà a Roma opere mai uscite come i recenti
ritrovamenti della Città d'oro che illustrano anche la vita
quotidiana o il bellissimo quanto fragile foglio d'oro finemente
intarsiato che rappresenta la copertura funeraria del faraone
Psusennes I. O ancora meraviglie come la Triade di Micerino,
dedicata al faraone vissuto oltre 4.500 anni fa.
L'ambasciatore d'Italia in Egitto Michele Quaroni non a caso
ha parlato di "esempio iconico di diplomazia culturale". Mentre
Fabio Tagliaferri, presidente di Ales ha detto: "con questa
mostra vogliamo realizzare gli indirizzi politici di governo e
ministero per la valorizzazione museale attraverso progetti di
internalizzazione per rafforzare legami con i paesi del
Mediterraneo. Tutti questo avverrà attraverso Ales e le Scuderie
del Quirinale per questo ringraziare Lafranconi e il partner
Mondo mostre. Ringraziamo l'Egitto per la fiducia e la
disponibilità".
Secondo Matteo Lafranconi, direttore Scuderie del Quirinale,
sarà "la migliore occasione per dare un tributo all'Egitto e
alla sua storia, ma anche un omaggio alla diplomazia culturale e
infine all'Egitto e all'egittologia. Lavoreremo
sull'allestimento per ospitare al massimo questa esposizione che
avrà come appendice finale dal Museo Egizio di Torino la celebre
Mensa Isiaca, proprio per sottolineare il legame e l'eredità
dell'antico Egitto con Roma". (ANSA).
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