IN MANETTE
«Dammi i soldi o ti sparo»
Arrestato con l’accusa di estorsione: pretendeva dall’amico il denaro di una multa

«Dammi i soldi sennò ti sparo»: con una minaccia così esplicita e una pistola in pugno, Vincenzo Murano non poteva pensare di andare molto lontano.
E infatti il quarantenne calabrese - coinvolto e assolto nell’inchiesta contro la locale cosca della ‘ndrangheta - è stato arrestato con l’accusa di estorsione.
I carabinieri l’hanno portato in carcere venerdì pomeriggio, 26 ottobre, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Nicoletta Guerrero su richiesta del pubblico ministero Chiara Monzio Compagnoni.
Difeso dall’avvocato Stefania Gagni, il cirotano verrà interrogato nei prossimi giorni. Vittima delle sue pretese economiche un suo amico, trentaduenne bustese, noto alle forze dell’ordine per un attentato incendiario commesso ai danni di una cliente che non gli aveva pagato la droga.
Murano lo aveva conosciuto in carcere durante un comune periodo di detenzione. Legarono subito e la frequentazione proseguì anche una volta rimessi in libertà.
Un giorno, nel 2016, mentre i due stavano andando a comprare cocaina a bordo della Mercedes di Murano guidata però dal bustese, i carabinieri li fermarono. Risultato, una sanzione per guida senza patente a carico del trentaduenne che si era messo al volante perché nemmeno Murano l’aveva.
Nessuno pagò la multa e ad aprile del 2018 al calabrese, obbligato in solido quale proprietario del veicolo, arrivò un bollettino di 13mila euro da pagare.
Da quel momento iniziò il calvario del bustese: Murano l’avrebbe costretto a pagare più volte somme oscillanti tra i 300 e i 500 euro.
Il suo obiettivo era arrivare a settemila euro, ma la vittima lo ha denunciato prima.
Messaggi, telefonate, vocali, visita con tanto di pistola: «Dammi i soldi sennò ti butto giù dal balcone, ti faccio a pezzi».
Il quarantenne a quanto pare telefonava anche alla madre dell’amico: «Ammazzo tuo figlio», le avrebbe detto.
Intimidazioni anche alla fidanzata, tanto da decidere di cambiare casa per nascondersi dall’indagato.
Lo scorso 21 settembre, all’ennesima incursione di Murano, il trentaduenne decise di chiamare il 112. Ma anche davanti ai militari l’indagato avrebbe continuato a insultare e minacciare: «Farai una brutta fine».
Ora il quarantenne è rinchiuso in via per Cassano, a Busto Arsizio. Non è da escludere però che l’avvocato Gagni chieda gli arresti domiciliari.
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