PIETRE D’INCIAMPO
De Tomasi: «Nessun problema con il sindaco»
La presidente dell’Anpi provinciale nega incomprensioni con il Comune

«Non c’è nessuna incomprensione, men che meno nessun problema tra la sottoscritta e il sindaco Davide Galimberti».
Ester De Tomasi, presidente dell’Anpi provinciale, spiega la posizione dell’associazione partigiani provinciale dopo le polemiche sulla mozione sostenuta dalla Lega per le pietre d’inciampo e per la quale questa sera, martedì 7 giugno, il consiglio comunale di Varese discuterà.
Motivo: la richiesta, da parte dell’Anpi non provinciale ma comunale, di ritirare la mozione, per arrivare a un ordine del giorno condiviso il più possibile sulle pietre d’inciampo. Una mozione nata dopo le richieste reiterate dell’Anpi provinciale al Comune di Varese di dare una segnale in merito al progetto delle pietre d’inciampo, sostenuta da Anpi provinciale e dal Comitato delle Onoranze ai Caduti del San Martino di cui Emanuele Antonelli è presidente pro tempore. «Tutto è documentato, email, pec, ho sempre parlato come presidente dell’Anpi all’amministrazione comunale di Varese, che sulla questione non ha mai risposto, e ribadisco non c’è nulla di personale con il sindaco Galimberti - prosegue Ester De Tomasi -. Mi auguro che una risposta, dall’amministrazione comunale di Varese, possa arrivare presto».
La presidente Anpi provinciale sottolinea inoltre che «Barbara Bison della Lega ha solo fatto il suo lavoro, di capogruppo all’opposizione, seppure io condivida appieno le sue parole sul fatto che il tema delle pietre d’inciampo non abbia colore politico e la memoria delle vittime dei campi di sterminio sia doverosa a 360 gradi - continua De Tomasi - . Ora attendo che l’amministrazione comunale di Varese faccia il suo lavoro, su questa vicenda».
Al di là di come andrà, Ester De Tomasi spiega: «Il progetto delle pietre d’inciampo è lungo, difficoltoso e doloroso», ha coinvolto in ricerche dettagliate sia la De Tomasi (il padre Sergio, antifascista e partigiano, è stato deportato a Mauthausen) sia la storica e ricercatrice Francesca Boldrini. Ora si è arrivati a 14 pietre in questa “porzione” di progetto «Che è lungo e articolato e ha valore storico oltre che simbolico, chiedo a tutti di non banalizzare la questione».
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