DAL CARCERE DI BUSTO
Delitto Bossi, Caglioni: «Aiutatemi a trovare il coltello, sono innocente»
Accusato dell’omicidio, il giovane ha scritto una lettera mostrata dalla “Vita in diretta”

«Aiutatemi a trovare il coltello. Sono innocente»: è questa la sintesi della lettera inviata dal presunto assassino Michele Caglioni che si difende dall’accusa di aver ucciso insieme a Douglas Carolo il 26enne Andrea Bossi nella notte tra il 26 e 27 gennaio.
Oggi pomeriggio, giovedì 4 aprile, è stata mostrata la missiva scritta a mano dal ventenne di Cassano Magnago dal carcere di Busto Arsizio e spedita al programma di Rai Uno “La vita in diretta”. Caglioni, che oggi è stato interrogato, ha spedito la lettera in modo da dare la sua versione e soprattutto chiedendo un appello ai cairatesi affinché lo aiutino a ritrovare il coltello gettato in un tombino dopo l’omicidio che lo stesso ha descritto nella missiva, sottolineando di essere salito in casa solo quando Andrea Bossi era già morto.
C’è un passaggio che il giovane ritiene cruciale: per dimostrare la sua innocenza ha chiesto aiuto per trovare il coltello che sarebbe stato gettato in un tombino nei pressi di una manifattura. E lo ha chiesto alla comunità di Cairate e della Valle Olona.
Durante la diretta il conduttore Alberto Matano ha poi detto che Caglioni ha scritto anche una lettera ai genitori della vittima; sempre durante la trasmissione si è poi collegato con il padre di Michele Caglioni, Simone che era fuori dal carcere. L’uomo è convinto dell’innocenza del figlio.
Presente in studio la criminologa Roberta Bruzzone che ritiene che la versione di Caglioni possa essere veritiera. È che il giovane sia davvero convinto che trovare l’arma possa aiutarlo a dimostrare le sua innocenza.
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