IL PROCESSO
Omicidio Fabozzi, il dolore del figlio: Domenichini «mi ha tolto tutta la vita»
Seconda udienza questa mattina in Tribunale a Varese per il delitto avvenuto a Malnate il 22 luglio dell’anno scorso. Due vicini di casa riconoscono in aula il 67enne accusato di aver ucciso Carnela Fabozzi
«Mia mamma era una persona splendida, era la mia vita. E un essere del genere mi ha tolto tutta la vita». A parlare, davanti alla Corte d'Assise, a Varese, è Angelo Casoli, figlio di Carmela Fabozzi, la pensionata uccisa nella sua abitazione di Malnate il 22 luglio del 2022. A pochi metri da lui, nella gabbia dei detenuti, c'è Sergio Domenichini, 67 anni, che è accusato di essere l'autore del delitto.
«MI E’ CROLLATO IL MONDO ADDOSSO»
Nella seconda udienza del processo, oggi mercoledì 4 ottobre, il figlio dell'anziana colpita più volte alla testa con un vaso di fiori ha ricordato la sera in cui, tornando a casa dal lavoro, trovò la madre a terra «in una pozza di sangue. Lì non ho capito più niente. Mi è crollato il mondo». Domenichini, arrestato dai carabinieri circa un mese dopo il delitto al rientro dalle vacanze a Lignano Sabbiadoro, deve rispondere di omicidio volontario a scopo di rapina, con le aggravanti dei motivi abbietti e futili, della crudeltà e della minorata difesa.
«LO RICONOSCO, E’ LUI»
«Sì, lo riconosco: è lui l’uomo che quel giorno, il 22 luglio, a mezzogiorno, bussò alla mia porta chiedendomi informazioni sulla signora Carmela». La dirimpettaia della vittima non ha avuto dubbi quando le è stato chiesto se riconoscesse in aula l’uomo visto proprio la mattina del delitto sul pianerottolo della casa di via Sanvito. Domenichini è stato anche riconosciuto da un altro testimone, il nonno della ragazza, che vive al piano di sotto. «Era mezzogiorno, ricordo di aver sentito suonare le campane». A quell’ora, la pensionata era già morta da ore, ma secondo l’accusa l’imputato sarebbe tornato sul posto solo per depistare le indagini, creandosi un alibi.
SENTENZA IL 13 DICEMBRE
I famigliari della vittima si sono costituiti parte civile con gli avvocati Andrea Boni e Andrea Cosentino. Da qui alla fine dell'anno sono in programma altre sei udienze; complessivamente devono essere ascoltati 43 testimoni. La sentenza è attesa il 13 dicembre.
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