TRENT’ANNI DOPO
Delitto Macchi, chiesti altri 6 mesi
Il sostituto pg Carmen Manfredda ha presentato istanza di proroga delle indagini al gip di Varese. Intanto Binda resta in carcere

Il sostituto procuratore generale di Milano Carmen Manfredda ha presentato una richiesta di proroga semestrale delle indagini preliminari al gip varesino Anna Giorgetti. L’istanza è stata depositata alla cancelleria del giudice il 3 agosto scorso, dunque quattro giorni prima della scadenza del termine dell’anno di indagini, “scattato” il 7 agosto di un anno fa quando il rappresentante dell’accusa informò Stefano Binda, all’epoca sentito come persone informata dei fatti, che era formalmente indagato per l’omicidio di Lidia Macchi. La richiesta della Procura Generale, che ha avocato le indagini dell’allora pm varesino Agostino Abate nell’autunno 2013, ora dovrà passare al vaglio del gip Giorgetti. Il giudice, come spiega il codice di procedura penale all’articolo 406,dovrà decidere se autorizzare o meno la proroga (che può essere concessa per una sola volta) in camera di consiglio senza intervento del pubblico ministro e delle parti coinvolte. Dietro l’iniziativa del sostituto pg Manfredda, la constatazione dell’impossibilità di mettere la parola fine alle indagini prima del deposito dell’esito degli accertamenti tecnico-scientifici sulla salma della studentessa di Casbeno condotti dal pool di esperti incaricato dal gip Giorgetti e del quale fanno parte Cristina Cattaneo, l’anatomopatologa del Labanof (Laboratorio di antropologia odontologia forense) presso la sezione di medicina legale del dipartimento di morfologia umana e scienze biomediche dell’Università di Milano; il comandante del Ris di Parma, tenente colonnello Giampietro Lago; la genetista Elena Pilli e la tossicologa Marina Caligara.
Accertamenti su quel che resta di Lidia, assassinata nella collina del Sass Pini, a Cittiglio, nel gennaio del 1987, per i quali, da subito, è apparo chiaro che ci sarebbero voluti tempi lunghi. Allo stato, il collegio difensivo di Stefano Binda, arrestato all’alba del 15 gennaio scorso, non sembra voler fare opposizione pregiudiziale alla richiesta di proroga. È scontato che l’avvocato Sergio Martelli incontrerà a giorni Binda, tuttora sottoposto a carcerazione preventiva in quel di San Vittore a Milano, per conoscere la sua opinione sulla nuova mossa della Procura Generale. A proposito del 49enne di Brebbia, l’avvocato ha escluso per il momento la presentazione di una nuova richiesta di scarcerazione. Scarcerazione sin qui sempre negata.
Servizio completo sulla Prealpina di martedì 13 settembre
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