CABARET
Di persona è un altro: Lanzoni "spacca"
L’attore milanese al MIV profeta a suon d’applausi nella sua seconda patria

Per tanti è l’attore che presta il volto al bauscia milanese, ovvero l’erede di Guido Micheli, il compianto Dogu ma anche di una maschera milanese che Tino Scotti, Roberto Brivio (Il meneghino) e ancor pirma, Giuseppe Moncalvo (1800) e Carlo Maria Maggi (1400) hanno contribuito a far risaltare da quell’ambiente intriso di nebbie, corse verso il successo e la spocchia di chi si sente primo della classe per distacco, una realtà comunque umanissima. E soprattutto capace d’incarnare - anche nella corsa - quel cuore in mano che per secoli ha battuto forte lungo i Navigli, nelle cortili di ringhiera eppure in certi lussuosissimi palazzi del centro storico.
Germano Lanzoni, smessi i panni del “Milanese Imbruttito” ma anche quelli del battutista de “Il Terzo Segreto di Satira”, “T(R)ecital” e “Milano5.0” e pure quelli del protagonista di “Mollo tutto e apro un chiringuito” e s’è presentato al pubblico varesino, che la sera di martedì 30 gennaio, ha riempito la Sala Giove del MIV per la soddisfazione del direttore artistico Thomas Incontri e del direttore Andrea Cervini («Felici che Lanzoni si sia unito al nostro progetto di portare il pubblico al cinema anche con pretesti culturali differenti»).
Nel pubblico, sala praticamente sold out, ad accoglierlo, fra gli altri, Italo Giglioli e Antonio Provasio (I Legnanesi) ma anche Maurizio Castiglioni (il Caffé Teatro di Verghera) e l’omaggio scrociante a Bruno Arena indotto proprio da Incontri: colleganza doc.
La classe dell’allievo di Marina Spreafico allo Stabile di Milano è emersa nitida, dopo l'apertura del giovane cantautore Duedipicche, che ha presentato il suo ultimo singolo, "Sempre e comunque" uscito il 19 gennaio scorso e ha anticipato il suo prossimo lavoro (Viva la Libertà) che sarà Spotify dopo il Festival di Sanremo. Applausi. E battimani anche per l'ingresso sulla scena di Lanzoni - varesino, per dieci anni residente in città (dal 1994 al 2004): abitava in via Vetera e sua compagna è la ballerina varesina Lara Bogni - scortato da due ottimi chitarristi quali Gianluca Beltrame e Orazio Attanasio, che ha immerso il pubblico in quel caleidoscopio di situazioni che squadernano la quotidianità di ognuno e la rimpallano sulle corde dell’emozione e da quei della risata ma anche della riflessione. Che poi è la missione dell’umorista.
Nel suo “Di persona è un altro”, titolo sul quale si potrebbe scrivere un saggio sull’umorismo da Aristotele a Pirandello, passando per Bergson, Lanzoni sciorina l’essenza poetica della sua Milano, quella del Derby di Jannacci e Gaber sino a farla stridere con le contraddizioni dell’attuale milanesità, offuscata non più dalla nebbia ma da quel clima globalizzante che va oltre i confini stradali della periferia metropolitana.
È anche per questo che il professore aggiunto all’Università Bicocca e fondatore di Human Business Entertainment (hub creativo che sperimenta l’utilizzo dell’umorismo come forma di comunicazione funzionale all’intrattenimento, al business e al benessere) s’è guadagnato sul campo, pardòn, sul palco, i galloni di “comunicatore contemporaneo“ tra i più acuti (e preparati) e fors’anche sottovalutati della stand up comedy nostrana: l’ha fatto da mattatore della scena, con la parola raccontata e cantata. O per meglio dire, «incantata». Perché non c’è affabulazione migliore della verità che genera il sorriso.
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