L’ANALISI
«Dobbiamo coniugare industria e turismo»
Rinaldo Ballerio, presidente di Elmec Informatica, interviene nel dibattito sul futuro della provincia di Varese

Dopo l’appello lanciato dal presidente della Provincia di Varese Marco Magrini, nel dibattito sul futuro del territorio interviene anche l’imprenditore varesino Rinaldo Ballerio, presidente di Elmec Informatica.
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Quando qualcuno lancia un appello, davanti a noi si prospettano due strade, una dritta e ben illuminata che è quella che vede chi volta le spalle, l’altra oscura e priva di sentieri già tracciati, che imbocca chi decide di rispondere a quell’appello. Nessuno prevede il futuro, ma ognuno può scegliere come farne parte.
Con questo spirito, accolgo l’appello del Presidente della Provincia di Varese, Marco Magrini, che reputo uomo di grandi capacità e che apprezzo in questo suo slancio, per certi versi provocatorio, per altri, necessario. Finalmente, mi viene da dire, leggo un pensiero che va oltre le questioni pruriginose e spesso polemiche, della politica. Parole che si fanno subito concrete e con un certo peso specifico, che ci impedisce l’indifferenza. «Come vediamo questa provincia tra 5/10 anni?», ci chiede Magrini. Porto la mia idea e spero che nelle prossime settimane lo facciano anche altre persone, perché è giunto il momento di dare alla nostra provincia il riconoscimento che merita, andando oltre ai naturali cicli della politica e delle amministrazioni.
Varese, come sappiamo tutti, ha una fortissima vocazione industriale, imprescindibile per mantenere il ‘quasi’ milione di persone che la abita. Quindi, il turismo di cui si parla tanto e per il quale già molto si sta facendo, non può sostituirsi a questo modello. Metà provincia, quella verso il milanese, è altamente industrializzata, l’altra, quella verso i laghi e la Svizzera che consideriamo tutti più ‘turistica’, non è rinomata come i luoghi italiani più blasonati, anche se sa essere altrettanto bella. Non a caso, possiamo vantare ben quattro siti Unesco a distanza di pochi chilometri.
A questo turismo, già ben predisposto ad accogliere la nuova domanda, a parer mio, va affiancata la valorizzazione delle pur poche, ma ben presenti, produzioni enogastronomiche. Fondamenta che si legano alla cultura del nostro territorio e che ne impreziosiscono la proposta turistica. In termini di “visione”, in aggiunta a quanto diranno gli altri che interverranno in questo scambio di idee, mi permetto di indicare, oltre all’alimentazione, come già detto importante realtà industriale, alcuni spunti da cui potrebbero nascere nuovi tavoli di lavoro:
1)Come primo passo, propedeutico per tutti gli altri, decidere una volta per tutte che la vocazione turistica è un’opportunità concreta e reale per la nostra provincia, oltre che futura fonte di svago e divertimento per i suoi abitanti.
2)Trasformare l’Isolino Virginia in una meta ideale per i visitatori provenienti dalle altre province lombarde, creando un collegamento fruibile tutto l’anno attraverso una zattera come quella di Leonardo che percorre i pochi metri necessari a raggiungere l’attracco, la promozione della ciclabile che porta alla partenza e la valorizzazione del Museo e dell’ambiente naturale circostante.
3)Rimettere in funzione la Funivia di Monteviasco e sviluppare un progetto turistico mirato a riqualificare e promuovere quel territorio di rara bellezza, pressoché sconosciuto al di fuori dei confini provinciali.
4)Rinnovare l’impegno nella promozione internazionale del Sacro Monte di Varese e risolvere i noiosi problemi di viabilità che vediamo ancora nelle giornate di sole e durante gli eventi tramite un efficiente servizio navetta dallo stadio.
5)Definire un piano decennale di costruzione, manutenzione e promozione di piste ciclabili di collegamento tra quelle già esistenti e altre che potrebbero nascere. Questo anche in considerazione dell’e-bike già ora molto utilizzata per esplorare territorio ‘ondulati’ come il nostro.
6)Rendere il Lago di Varese definitivamente balneabile e ripopolarlo di pesci pregiati per ridare slancio alla pesca sportiva e professionale.
7)Riconoscere il turismo sportivo e i molti promotori di attività sportiva presenti in provincia di Varese, come autentici motori economici. Favorirne lo sviluppo, incentivare gli eventi già esistenti e ospitarne di nuovi. Un impatto economico che vediamo già oggi, ma che potrebbe crescere esponenzialmente se solo applicassimo modelli già esistenti, come quello di Trentino o Alto Adige con sci, cicloturismo ed escursionismo.
8)Creare un marchio “Varese=Ben fatto” che identifichi la produzione locale e ne valorizzi l’alto standard qualitativo, per dargli una riconoscibilità al di fuori dei confini provinciali.
Per concludere, oggi ci sono le circostanze e le persone adatte a intraprendere un viaggio sconosciuto, ma, se pensato bene, diretto verso ottimi risultati. Ringrazio Magrini per lo spunto di riflessione che ci ha offerto, speriamo venga raccolto dalle persone e dalle diverse istituzioni. Ricordando, tuttavia, che “vision” senza “execution” è uguale a “hallucination”.
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