LE INDAGINI
Donna ferita al Parco Pineta, due persone in carcere per tentato omicidio
Raggiunta da un colpo all’addome lo scorso 7 aprile a Tradate. I carabinieri hanno eseguito oggi tre misure di custodia cautelare
Un agguato per il controllo della piazza di spaccio: è questo, come inizialmente ipotizzato, il movente che ha portato al tentato omicidio di una donna nigeriana avvenuto il 7 aprile scorso. I carabinieri di Tradate hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare per tentato omicidio in concorso.
IL FERIMENTO NEL PARCO PINETA
Il fatto era accaduto a ridosso dell’area boschiva del Parco Pineta di Tradate. La vittima, che saltuariamente si prostituiva in quella zona, era in attesa di un cliente quando ha avuto una discussione animata con due uomini italiani, fiancheggiatori di un gruppo di pusher magrebini dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti in quell’area boschiva.
I due italiani, infastiditi dalla presenza della donna nella vicina piazza di spaccio, si erano rivolti ai due pusher di origine magrebina che, usciti dall’area boschiva, minacciavano di morte la vittima intimandola a lasciare la zona, ma subito dopo, mentre si accingeva a salire a bordo dell’auto di un suo cliente, veniva raggiunta da un colpo di arma da fuoco all’altezza dell’addome. La donna era riuscita a voltarsi e notare uno dei due magrebini con una pistola in mano, indirizzata verso di lei e a chiedere aiuto a una sua connazionale che poco più avanti si stava prostituendo anch’essa. Le due donne hanno riferito di aver visto i due italiani intenti a pulire il terreno, probabilmente per occultare le tracce di sangue. La vittima era poi stata trasportata da un’automobilista in transito all’ospedale di Tradate dove è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico.
TRE CUSTODIE CAUTELARI
Le indagini dei carabinieri della Tenenza di Tradate, coordinate dalla Procura di Varese, sono state portate a termine nella giornata di oggi, sabato 20 luglio. Un 22enne marocchino e irregolare, considerato l’esecutore materiale del grave ferimento, si trova ora in carcere. Mentre i fiancheggiatori italiani, un 30enne e un 28enne senza fissa dimora e legati al mondo degli stupefacenti, sono stati raggiunti rispettivamente dalla custodia in carcere per il primo e dall’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per il secondo.
Dalle indagini è anche emerso che il 22enne marocchino, come fornitore, e i due italiani con l’ausilio anche di un’ulteriore donna italiana di 26 anni, tutti con il ruolo di sentinelle, erano in possesso di marijuana, hashish, cocaina ed eroina che veniva ceduta ai loro clienti in cambio di denaro. Per questo viene contestato loro anche il delitto di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Gli inquirenti stanno lavorando per individuare un secondo soggetto magrebino coinvolto nella vicenda.
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