IL CONCERTO
Dua Lipa: l’unica diva dei nostri tempi
All’Ippodromo Snai La Maura di Milano l’artista con 3 Grammy Award e 7 Brit Awards all’attivo

Icastico. È un aggettivo inusitato, forse appariscente, ma che può anche essere l’unico a cercare di spiegare che cosa significhi un concerto di Dua Lipa, a Milano, oggi. O meglio, all’Ippodromo Snai La Maura, sabato 7 giugno, quando la cantante britannica infuocherà la folla della seconda giornata degli I-Days 2025, l’ormai storica rassegna di concerti outdoor considerati il fiore all’occhiello della proposta musicale mainstream dell’estate meneghina.
Icastico, si diceva. Un vocabolo che fa pendant con un altro che suona simile, iconico, il quale rivela l’incommensurabile carattere simbolico che Dua Lipa, in quanto cantante ma soprattutto come personaggio del mondo dello spettacolo, ha raggiunto in questi anni. Ma ciò che è icastico è anche qualcosa di essenziale, una sintesi di tante tendenze, in questo caso sia musicali sia di costume, che si intrecciano inestricabili nelle complesse stratificazioni artistico-commerciali di ciò che chiamiamo abitualmente pop. Insomma, Lipa è la diva per antonomasia di questi tempi, la rappresentazione più illuminante di quello che significa essere popstar (forse la popstar, il cui scettro può essere al massimo conteso da Taylor Swift, se vogliamo rimanere nell’arco della stessa generazione). Una concezione di diva che continua a resistere, come entità quasi ideale, nell’immaginario collettivo della metà degli anni Venti di questo a tratti imperscrutabile ventunesimo secolo. E che Dua Lipa incarna alla perfezione. Dotata di un timbro potente e di una presenza scenica invidiabile, la 29enne londinese è un’artista capace di ottenere tre Grammy Award e sette Brit Awards con appena tre album all’attivo. Quelli pubblicati tra il 2017 e il 2024: il debutto omonimo, Future Nostalgia del 2020, che con quasi 13 miliardi di stream è diventato il secondo album più ascoltato di Spotify, e Radical Optimism, pubblicato l’anno scorso e contenente i singoli di successo Illusion e Houdini. Tutto sommato, un bottino discografico quasi esiguo, ma che le ha permesso di diventare l’idolo indiscusso della Gen Z.
Ma Lipa, come si diceva, è un sintomo di quest’era. Figlia di immigrati albanesi-kosovari, è un esempio di quel multiculturalismo, o forse sarebbe meglio dire cross-culturalismo, che vede nei concetti di integrazione e inclusione due facce della stessa medaglia. Alcuni ne sottolineano il ruolo di sex symbol contemporaneo, altri la ricordano per l’attivismo LGBT e un convinto schieramento a fianco di idee politiche progressiste. Sono elementi, soprattutto quelli più militanti, che toccano sensibilmente le corde dei giovanissimi, persino al di là della passione per la musica. Non sorprende allora che Dua Lipa sia stata coinvolta anche nella colonna sonora di Barbie di Greta Gerwig, un film che ha tentato di scardinare gli stereotipi di genere combinando leggerezza e stimolo di riflessione.
Prima dell’headliner di serata, il palcoscenico sarà inaugurato da Alessi Rose, cantante inglese classe 2002 ritenuta un astro nascente del pop mondiale. Aspettativa dovuta soprattutto al grande successo dei singoli Eat Me Alive e Oh My.
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