SETTORI E AZIENDE
Economia lombarda in lenta crescita
Presentato il rapporto semestrale della Banca d’Italia. Cresce il turismo
Una crescita lenta, sostenuta dal lavoro, dal turismo e dalle costruzioni, mentre l’industria tira il fiato e l’export segna una pausa. È l’immagine che emerge dall’aggiornamento congiunturale 2025 della Banca d’Italia dedicato alla Lombardia.
Nel primo semestre dell’anno, il Pil (Prodotto interno lordo) regionale è aumentato dello 0,5%, in linea con l’andamento nazionale. Il segnale è chiaro: la frenata post-pandemica è alle spalle, ma il motore dell’economia lombarda avanza con cautela. Quanto all’inflazione, è tornata a salire nella prima parte dell’anno, per poi stabilizzarsi nei mesi più recenti (1,4 per cento a settembre).
La manifattura resta invece in equilibrio, con una variazione della produzione pari a +0,1% su base annua. A trainare sono la farmaceutica, l’alimentare, la chimica e l’abbigliamento, mentre rallentano i settori dei mezzi di trasporto, del tessile e della gomma-plastica.
Le imprese segnalano ordini esteri in aumento (+1,4%), ma una domanda interna ancora debole. Due terzi delle aziende confermano i piani di investimento, mentre il 21% li ha ridotti per prudenza. A sostenere la filiera edilizia restano i cantieri del Pnrr e le opere legate alle Olimpiadi Milano-Cortina, che valgono oltre 500 milioni di euro di appalti già avviati.
Per quanto concerne il mercato immobiliare, lo studio di Bankitalia, i cui uffici milanesi sono diretti da Giorgio Gobbi, le compravendite residenziali crescono del 9,6% nel semestre e i prezzi del 4,1%, confermando la Lombardia come una delle regioni più dinamiche. Bene anche i servizi, con il turismo internazionale in aumento del 5% negli aeroporti e una Fiera Milano che segna un +13% di superfici affittate.
Sul fronte estero, il valore delle esportazioni lombarde rimane pressoché invariato rispetto al 2024, a fronte di un +2,1% medio nazionale. Le vendite crescono nell’Unione Europea ma calano nel resto del mondo, in particolare verso gli Stati Uniti, dove dazi e cambio euro-dollaro hanno frenato il commercio.
Per quanto riguarda i finanziamenti alle imprese, la riduzione dei tassi ufficiali ha continuato a trasmettersi al costo del credito e i prestiti bancari sono tornati a crescere (0,5% ad agosto su base annua). L’incremento ha però interessato le sole aziende di medie e grandi dimensioni (1,2%). È proseguita la raccolta tramite obbligazioni (6,1 miliardi di emissioni nette nel primo semestre del 2025; 3,1 nello stesso periodo del 2024). In tema di lavoro l’occupazione è aumentata (1,1% ) e il numero di persone in cerca di lavoro è diminuito (3,1% il tasso di disoccupazione nella media del primo semestre).
Il ricorso alla Cig è però risultato superiore rispetto agli anni precedenti alla pandemia e ha riguardato prevalentemente alcuni comparti della manifattura.
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