L’EVENTO
Economix Lab a Varese, «bisogna sognare: non soltanto di notte»
Alle Ville Ponti il punto su digitalizzazione e innovazione

«Bisogna riuscire a sognare, possibilmente non soltanto di notte». Le parole di Rosario Rasizza, ad di Openjobmetis, racchiudono lo slancio imprenditoriale necessario a sviluppare la digitalizzazione in Italia. Non soltanto sogno, però, ma anche investimenti, formazione e studio. È questo uno dei numerosi spunti oggi, mercoledì 19 ottobre, alle Ville Ponti, durante la prima edizione di EconomixLab, organizzato da Prealpina e Pwc Italia. All’evento hanno preso parte imprenditori, esperti del settore, studiosi e amministratori del territorio: tutti uniti per fare il punto su un settore che, con la pandemia che ha sconvolto il mondo chiudendo in casa milioni di persone, ha subito un’accelerazione inevitabile. Dal governatore Attilio Fontana al rettore della Liuc Federico Visconti, dal presidente della Camera di Commercio Fabio Lunghi fino a German Picco, imprenditore italo argentino e fondatore della Phygital Fashion House Futureclo, passando per Erika Andreetta di Pwc e Riccardo Kustermann di Sea: tanti protagonisti che hanno fornito il proprio contributo per affrontare e comprendere una delle grandi sfide del nostro tempo.
-----
*** ECCO LA DIRETTA DEGLI INTERVENTI
I SALUTI INIZIALI
Dopo il saluto del direttore di Prealpina Silvestro Pascarella, tra gli interventi iniziali c’è stato quello del governatore Attilio Fontana: «Siamo dentro il tema della digitalizzazione da anni ma ora va regolamentato al meglio, anche grazie ai fondi messi a disposizione dell’Unione Europea - ha detto -. Penso innanzitutto alle infrastrutture. Abbiamo messo in gioco 450 milioni di euro con un bando del 2015 per la fibra ultra larga. Ora non possiamo più permetterci di avere ritardi».
L’assessore regionale allo Sviluppo economico Guido Guidesi ha rimarcato che «tanti che lavoravano insieme, non avevano mai ragionato insieme dal punto di vista strategico. Occorre spostare la dimensione al settore produttivo. Questo ci permetterà di anticipare i tempi e affrontare crisi di mercato settoriali. Così, con la digitalizzazione, potremo anticipare i tempi rispetto alla concorrenza continentale».
Sul tema del Pnrr, Guidesi ha parlato di «un coinvolgimento regionale di questo progetto strategico pari al 7 per cento - ha affermato -. Il Pnrr investito in Lombardia è un moltiplicatore economico che fa da traino su scala nazionale, ma non voglio fare polemica. CIò non toglie che, dal punto di vista strategico, dobbiamo fare un lavoro di connessione dei know how, anche con filiere di altre regioni che lavorano insieme alle nostre». Guidesi, intervistato da Guido Gentili, ha parlato poi di «incredibili ritardi per interventi dal punto di vista dei costi energetici, che chiediamo da oltre un anno. L’Europa deve decidere».
Sull’efficientamento energetico dei cicli produttivi, l’assessore lombardo ha parlato degli interventi compiuti dalla Regione, precisando che «continueremo a fare tutto quello che possiamo fare».
IMPRESA LIQUIDA INTEGRA PERSONE, COMPETENZE, PROCESSI E TECNOLOGIA
La prima tavola rotonda - moderata dalla giornalista Rosalba Reggio - vede gli interventi di Emanuele Tosatti, ingegnere nucleare e vice president di ABB, ha rimarcato l’importanza tra cui la rapidità: «Elemento fondamentale dell’innovazione digitale è fare in fretta», senza dimenticare però le skills che si possono trovare e che bisogna sviluppare.
A seguire, l’intervento di Ivan Lavatelli, di Pwc Italia, che tra i vari passaggi ha affermato che «il dato digitale esiste ma bisogna imparare a utilizzarlo, pensare di portare avanti un'impresa solo con l'esperienza non è più possibile».
Per Fabio Lunghi, presidente della Camera di Commercio di Varese, ci vuole anche «romanticismo, basato sui database. La digitalizzazione e la pandemia hanno messo a nudo una serie di necessità, prima di questo non si conosceva ad esempio lo smart working. Ma si è spersonalizzato un po’ il posto di lavoro». «Anche oggi parlare di business intelligente nelle aziende è una grossa fatica - ha aggiunto -. Cavalcare la digitalizzazione non è semplice, in un territorio fatto di piccole e medie imprese, a forte traino manifatturiero».
Federico Visconti, rettore della Liuc di Castellanza, ha parlato del rapporto fra università e imprese, «portandosi la ricerca in casa, invitando imprenditori e portando gli studenti nelle imprese». «Utile guardare avanti, nel gioco fra antenne delle imprese e delle università - ha detto -. Il rischio è quello della retorica su questi temi. la cosa importante è fare bene impresa e fare bene università. privilegiare le occasioni di confronto, portare imprenditori a scuola e studenti in azienda, scardinare dei modelli. Non si inventano corsi di laurea da oggi a domani. Il problema non è tanto la visione, la vera sfida è sull’execution. Bisogna dotarsi delle competenze e delle risorse funzionali a una certa progettualità».
L’IMPORTANZA DELL’IMPRENDITORIALITA’
Rosario Rasizza, amministratore delegato di Openjobmetis e presidente dei Assosomm, ha ripercorso la nascita della sua impresa, divenuta leader nel settore delle agenzie per il lavoro. «Parliamo italiano - ha esordito -, siamo un'agenzia per il lavoro nata a Varese in via Carrobbio davanti alla pizzeria Zei. Quando ho iniziato nel 1998 a Varese facemmo i primi contratti interinali, da 21 anni faccio questo mestiere. Noi i primi cv li spedivamo con i fax con la carta chimica: oggi arrivano via mail, passano ancora in filiale a compilare la scheda». «La tecnologia non ha cambiato il modo di trovare lavoro - ha aggiunto Rasizza -: ancora oggi il passaparola è la base, ci siamo inventati una semplice applicazione per segnalare un tuo amico. poi serve guardare in viso una persona, questo non cambia. vedi come muove viso, mani o se va in agitazione. La tecnologia è un ottimo strumento ma siamo all'anno zero».
Il professor Visconti è poi intervenuto precisando che «stiamo perdendo questo valore del senso del lavoro, che prima si respirava nell'aria. In Italia difficile allora capire come si generano posti di lavoro: di sicuro da un'idea e da un rischio imprenditoriale, non per decreto».
LA PERSONA AL CENTRO
«La pandemia ha fatto scoprire alle persone che lavoravano nella ristorazione che là fuori c’è un mondo, al di fuori del ristorante, creando gravi problemi al settore», ha detto il presidente Lunghi. «Bisogna cambiare il modo nel quale ci si approccia, perché le nuove generazioni hanno esigenze diverse - ha aggiunto -. L’imprenditore deve sviluppare una serie di soft skills sue. È importante capire cosa cercano i giovani d’oggi e come interagiscono. Siamo sicuro che noi imprenditori sappiamo essere sexy e attrattivi per le nuove generazioni?».
«Noi abbiamo 2.500 richieste inevase, figure che le aziende non trovano - ha aggiunto Rosario Rasizza -. E non siamo i primo ma la quinta agenzia in Italia con 800 milioni di fatturato. bisogna avere la voglia di presentarsi al lavoro il lunedì. Oggi anche usare la fotocopiatrice è difficile. È giusto avere competenze ma conta anche avere il carattere giusto, non essere litigiosi e saper lavorare insieme». «Bisogna riuscire a sognare - ha concluso -, possibilmente non soltanto di notte. Voi avete mai sentito di un’azienda di successo che non sia partita da un garage? Ecco, il mio consiglio ai genitori è quello di iniziare ad affittare un garage».
IL BUSINESS DEL FUTURO E’ PHYGITAL
La seconda tavola rotonda punta ad approfondire il tema del cambiamento e della necessità di favore la digitalizzazione per essere più competitivi..
Ad aprire la seconda parte dei lavori è Ayan Meer, docente di Scienze sociali a Sciences Po Paris, che ha parlato delle sfide economiche e sociale delle digitalizzazioni, partendo dallo sviluppo urbano delle smart cities.
«Parlando di intelligenze artificiali e algoritmi, il soggetto resta comunque l’essere umano - ha affermato -. La digitalizzazione è un caleidoscopio e bisogna parlarne al plurale, perché sono tante digitalizzazioni diverse».
Un esempio spesso utilizzato per parlare di digitalizzazione è quello della pandemia: negli ultimi tre anni, le start-up della consegna a domicilio hanno registrato un vero boom.
«L’onda della digitalizzazione - ha aggiunto - non è un’onda da subire. Ad esempio, possiamo non volere un panino a casa in pochi minuti a fronte dello sfruttamento di lavoratori». «Dieci anni fa i social erano la promessa di una vita sociale più piena, mentre ora sono considerati il male assoluto: il giudizio non deve essere ideologico, ma dobbiamo saper usare questi strumenti per fare rete». «Le tecnologie digitali possono essere strumenti essenziali per portarci nel mondo reale, non il contrario».
CONSUMATORI DIGITALI E MODALITA’ IBRIDA
Erika Andreetta, partner di Pwc Italia, ha poi riportato i dati di una indagine condotta in 25 Paesi per capire come il digitale sta cambiando le modalità di acquisto. «Durante la pandemia tutti hanno dovuto imparare a essere consumatori digitali - ha esordito -. Con questa ricerca abbiamo visto come il consumatore resterà sempre legato agli acquisti digitali, ma un terzo ha dichiarato che acquisterà di più nei negozi fisici nei prossimi sei mesi. Anche in Italia si è già visto un aumento degli acquisti nei negozi». A preoccupare, in Italia, «è piuttosto il tasso di povertà. Il nostro Paese è in controtendenza rispetto al resto del mondo».
IL SALTO IN AVANTI DELL’ITALIA
«L’Italia è il Paese in Europa che l’anno scorso ha fatto il salto più grande sul fronte della digitalizzazione - ha aggiunto Francesco Sacco, docente dell’Università dell’Insubria -. Il problema è che siamo passati dalla terz’ultima posizione alla 18esima».
COSA VUOL DIRE SPOSTARSI AL PHYGITAL?
German Picco, imprenditore italo argentino, fondatore della Phygital Fashion House Futureclo, ha presentato il suo progetto partito da Gallarate e arrivato alla settimana della moda di New York. «La mission fin da subito è stata quella di utilizzare le tecnologie digitali come strumento - ha detto -. Oggi il rischio è infatti quello di non riuscire a far dialogare fisico e digitale». Da qui, la modellistica tradizionale per “sdifettare” un capo digitale: «La moda non può prescindere dal fisico, altrimenti la diffidenza verso il digitale continua. La realtà digitale, quindi, unita comunque allo human touch». «Oggi per poter lavorare in digitale e ridurre quindi costi e tempi, occorre la conoscenza di determinati software - ha aggiunto Picco -. Se istruite, le persone possono creare un grande valore aggiunto».
IL CASO DI FRATELLI ROSSETTI
«Il salto di qualità è stato quando non abbiamo più considerato la digitalizzazione come qualcosa di diverso - ha detto l’imprenditore Diego Rossetti -. È un problema soprattutto culturale arrivare a non considerarli come due mondi diversi». «Uno dei punti critici nostri era lo sviluppo delle taglie, che andavano fatti con pantografi. Oggi non è più così - ha aggiunto -. La nostra azienda è il classico esempio di tradizione e innovazione, sia per il processo di produzione sia per l’e-commerce».
SEA E LA SMATERIALIZZAZIONE DEI VOLI
Per Riccardo Kustermann, direttore quality e client management di Sea, «il Covid è stato acceleratore: il passeggero oggi non vuole più avere contatti con nessuno, partendo dal check-in online e arrivando fino alla barriera». Da qui, un nuovo progetto in fase di sviluppo: «Il passeggero lascia il bagaglio al drop e viene riconosciuto da sistema biometrico, a cui è associato il passaporto elettronico, poi passa dai varchi della security, arriva al gate e anche per l’imbarco basta guardare una telecamera - ha affermato -. Questo processo lo abbiamo fatto partire come test il 25 gennaio 2020».
© Riproduzione Riservata