IL CASO
L’esenzione non è corretta: paga per la madre morta
Conto da 200 euro a distanza di sei anni dalla prestazione

Quando il postino ha recapitato una raccomandata, mai avrebbe pensato che l’Ats Insubria avrebbe chiesto indietro soldi per i ticket di prestazioni sanitarie fruite dalla madre scomparsa da tre anni. Alla luce degli accertamenti, i fatti contestati risalgono al 2019, con la dichiarazione dei redditi del 2018. A distanza di sei anni e alla luce del fatto che la madre è morta da tempo, il fagnanese tutto si aspettava tranne che gli venisse chiesto conto: ha dovuto pagare per un errore compiuto probabilmente dal medico della donna. Ma non si saprà mai.
IL NODO
«Mi pare strano che abbia potuto fare lei, anche per via del fatto che ci fossero dei codici da inserire rispetto alle esenzioni. Ma tant’è, alla fine per una discrepanza di circa 100 euro, abbiamo pagato i ticket: il bollettino ammonta a 204 euro». Andando per ordine, il cinquantenne racconta mostrando la raccomandata: «C’erano pochissimi riferimenti che spiegassero nel dettaglio quali prestazioni dovessero essere pagate, neppure in termini temporali. Mia madre era morta dopo una malattia, ho pensato di tutto». La donna aveva un cancro al cervello, aveva avuto diritto alle cure gratuite, psicologo compreso. Si era curata tra l’ospedale di Legnano, l’Istituto Besta di Milano, la Mater Domini di Castellanza e due sportelli psicologici, la Lilt di Busto Arsizio e l’hospice dell’ospedale di Busto. «Mi sono sorpreso - sottolinea il fagnanese che è andato a ritroso con la memoria per comprendere - Così ho voluto capire per quale motivo mi chiedessero conto delle prestazioni sanitarie di mia madre a distanza di così tanto tempo». Fatta una ricerca, prima di tutto è emerso che c’è tempo dieci anni rispetto a questo genere di controlli legati alle esenzioni. «Nella raccomandata erano stati forniti i numeri di telefono e indicazioni per chiedere informazioni via pec oppure di persona a Varese dove sono andato».
INSEGNANTE
Cosa poteva essere accaduto? La madre era una insegnante in pensione, donna precisa e scrupolosa. Allo sportello di Varese il personale si è rivelato gentile e competente. «La sorpresa quando ho ricevuto il dossier: le prestazioni richieste erano relative al periodo precedente alla malattia, nel 2019 quando mia madre faceva continuamente analisi delle urine a causa di una cistite cronica. Quel che risulta strano è il fatto che avesse richiesto esenzioni usando un codice sbagliato. Mi resterà il dubbio se avesse fatto il medico oppure lei, ma pazienza». Di fatto la questione poteva essere sanata ma solo nel caso in cui la donna avesse avuto diritto all’esenzione. Alla fine si è tutto risolto con una spiegazione. E con il pagamento del bollettino per i ticket delle prestazioni sanitarie della madre morta.
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