LA PROTESTA
Esternalizzare il Pronto soccorso di Gallarate, i sindacati dicono no
Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl si oppongono: «Indice di scarsa capacità manageriale». Il progetto coinvolge anche la sala operatoria di ortopedia di Busto

Sindacati pronti a dare battaglia: no all’esternalizzazione del Pronto soccorso di Gallarate. La conferma del progetto dell’Asst della Valle Olona, guidata dal direttore generale Daniela Bianchi, ha messo in agitazione Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl. Proprio i sindacati hanno visto in questo progetto la volontà di consegnati ad altri la gestione del Ps; un gesto che è «indice di scarsa capacità manageriale in termini di scelte strategiche, politiche, organizzative, di prospettiva».
IL PROGETTO
Nell’ultimo incontro dell’11 ottobre le sigle sindacali hanno chiesto delucidazioni ai vertici di Asst riguardano ad insistenti rumors che circolavano da tempo all’interno del sant’Antonio Abate. Rumors che si trasformati in realtà, Asst ha infatti trasmesso a Regione Lombardia la richiesta di autorizzazione di un progetto che prevede l’esternalizzazione di tutto il pronto soccorso di Gallarate e della sala operatoria di ortopedia del Presidio Ospedaliero di Busto Arsizio. Una decisione «fortemente contestata» dai sindacati perché presa «senza un’informativa preventiva» e per questo ogni confronto con la dirigenza è rimandato a dopo l’approvazione di regione. «Occorre essere consapevoli che l’esternalizzazione verso terzi non risolve il problema, semplicemente - si legge nella nota sindacale - lo sposta, probabilmente aggravandolo. Quali costi? Quali contratti collettivi applicati al personale? Garanzie per i pazienti? Gestione dei necessari raccordi con gli altri servizi, specialità e reparti? Su chi gravano le responsabilità?». Domande che per ora sono ancora senza risposta e che, come prevedibile, non fanno altro che aumentare i dubbi sul futuro dell’ospedale gallaratese.
PERICOLOSO PRECEDENTE
Esternalizzare un servizio di prima linea come il Pronto soccorso, secondo i sindacati, rappresenterebbe un «pericoloso precedente» e porterebbe a ristrutturare competenze e conoscenze che storicamente non sono stati legati dal settore privato. Un dettaglio da non sottovalutare, dato che, come sottolineano i sindacati, per elaborare un triage di Ps e organizzare un blocco operatorio ci vogliono anni di esperienza. «Vogliamo veramente gettare al vento anni di esperienza e formazione sul campo? Con le difficoltà che abbiamo in sanità possiamo permetterci di rinunciare anche a questo? - domandano i sindacati che danno anche una loro secca risposta - noi diciamo no!».
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