ROMA
Ex leader del Bangladesh Hasina condannata a morte
(ANSA) - ROMA, 17 NOV - L'ex leader del Bangladesh in esilio
Sheikh Hasina è stata condannata a morte per crimini contro
l'umanità, per la sanguinosa repressione delle proteste
antigovernative dello scorso anno. Hasina è stata processata in
contumacia: vive in esilio in India.
L'ex primo ministro, scrive la Afp, è stata "dichiarata
colpevole di tre capi d'accusa", tra cui istigazione, ordine di
uccidere e inazione per impedire le atrocità, ha letto il
giudice Golam Mortuza Mozumder alla gremita aula di Dacca.
"Abbiamo deciso di infliggerle una sola condanna, ovvero la pena
di morte".
"I verdetti pronunciati contro di me sono stati emessi da
un tribunale truccato, istituito e presieduto da un governo non
eletto e privo di mandato democratico", ha fatto sapere Hasina
in una dichiarazione rilasciata dal suo nascondiglio in India.
"Sono parziali e politicamente motivati".
Il tribunale speciale del Bangladesh ha condannato a morte
anche l'ex ministro dell'Interno Asaduzzaman Khan Kamal per
crimini contro l'umanità, mentre l'altro coimputato, l'ex capo
della polizia Chowdhury Abdullah Al-Mamun, è stato condannato a
cinque anni. Kamal, come Hasina, è latitante. Ad Al-Mamun, che
si trovava invece in custodia cautelare, è stata concessa
clemenza per il suo contributo al processo, inclusa la fornitura
di "prove materiali al tribunale per giungere alla decisione
corretta".
La corte, riporta Al-Jazeera, ha affermato che gli attacchi
durante le proteste studentesche dell'anno scorso erano "diretti
contro la popolazione civile" e "diffusi e sistematici".
"Pertanto, nelle atrocità di uccisione e ferimento grave dei
manifestanti, come sopra menzionato, l'imputata primo ministro
Sheikh Hasina ha commesso crimini contro l'umanità con il suo
ordine di istigazione e anche per la mancata adozione di misure
preventive e punitive, afferma. "L'imputata Sheikh Hasina ha
commesso crimini contro l'umanità con il suo ordine di
utilizzare droni, elicotteri e armi letali, ha aggiunto inoltre
la corte. (ANSA).
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