TESTIMONI
Fabio Liberali: «Produciamo in modo nuovo. È il pianeta a chiedercelo»
Il direttore della comunicazione del colosso Lu-Ve: «Trump sta facendo una battaglia di retroguardia. Anche la Cina spinge per produzioni sempre più rispettose dell’ambiente»

Ci sono molti motivi per cui Trump non sta molto simpatico al mondo delle imprese, soprattutto a quelle europee: «Lo conosciamo molto bene, nella passata amministrazione ci ha fatto perdere gli accordi con l’Iran per il raffreddamento dei supermercati, lasciando sul terreno due milioni di contratti già firmati». Lo ha raccontato Fabio Liberali, direttore della comunicazione di Lu-Ve, il terzo più grande operatore al mondo e secondo in Europa nella produzione degli scambiatori di calore ad aria. Fondata da Iginio Liberali a Uboldo nel 1985 acquisendo la Contardo S.p.A., oggi l’azienda quotata su Euronext Star Milan possiede 16 stabilimenti produttivi in 9 Paesi. L’80% della produzione è esportata in circa 100 Paesi e sono oltre 4mila i collaboratori (di cui più di 1.200 in Italia).
«Il clima di incertezza che si sta creando non ci aiuta di certo - ha ribadito Liberali durante la tavola rotonda di Borsano -. Abbiamo superato il Covid, affrontato le guerre in Europa e in Medio Oriente: e ora lo spettro dei dazi che ci preoccupa, avendo una quota di export che sfiora il 90%. Noi produciamo anche negli Usa e in Cina per i mercati locali: non abbiamo mai l’intenzione di delocalizzare. Il nostro fatturato negli Usa è raddoppiato, anche grazie alle agevolazioni previste dallo Stato del Texas. Esportiamo tecnologie che in loco non si trovano, in America in particolare per un ritardo trentennale in alcune tematiche emergenti come i materiali refrigeranti naturali. Abbiamo piani di crescita importanti, ma come tutti oggi non sappiamo bene che cosa fare in questo clima di incertezza, ci tremano i polsi. Che cosa ci auguriamo? Che l’Unione europea agisca come tale, non con gli Stati separati e singoli: l’unica possibilità è fare fronte comune per farci rispettare per la potenza economica che siamo».
Fabio Liberali ha anche sottolineato la necessità di un cambio di paradigma. «In realtà è il pianeta stesso a chiedercelo, non possiamo pensare di ignorare le tematiche ambientali. Per questo la battaglia di Trump appare di retroguardia, quando il mondo intero va in tutt’altra direzione. La sua miopia è devastante e pericolosa, perché fuori dal tempo: penso anch’io che abbia fatto delle sparate enormi per ottenere altro. Anche la Cina sta producendo in modo green e innovativo: ci sono regioni che hanno gli abitanti dell’Italia intera. Il Paese è guidato dal comunismo, certo, anche nelle trattative d’affari, ma è turbo-capitalista e ha una caratteristica: quando i cinesi dicono che faranno una cosa, la fanno davvero».
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