LA SVOLTA
Bellora finisce on line
Gli indiani chiudono tutti i negozi italiani. Licenziamento per 14 persone con accordo al Mise

Per le signore che sono capaci di ricamare, poter infilare il proprio ago nel lino firmato Bellora per decorarlo magari con qualche giro di punto ajour e regalare a figlie e nipoti lenzuola e tovaglie di pregio, è sempre stato un privilegio, quasi un lusso vista la qualità dei tessuti.
Da qualche settimana non possono più farlo. Non possono più andare al bancone dello spaccio di Fagnano Olona e acquistare il lino su misura.
Già, perché il punto vendita accanto all’azienda è chiuso e non riaprirà più. Esattamente come tutti gli altri negozi Bellora d’Italia aperti negli anni a Milano, Roma e Firenze, compreso l’angolo in Rinascente. Chi vorrà acquistare le linee Bellora lo potrà fare soltanto su internet, con lo shopping on line.
La decisione è stata presa dai vertici del gruppo indiano Himatsingka che dal 2014 possiede Bellora. Il risultato è stato, innanzi tutto, l’apertura di una procedura di licenziamento collettivo per 14 persone, quelle in forza proprio nei punti vendita che non hanno più rialzato la saracinesca.
«La situazione del mercato italiano negli ultimi anni- spiega Andrea Lazzaroni, Chief Operating officer e vice presidente esecutivo di Himatsingka America per l’Italia - unita a una distribuzione tradizionale non più affidabile economicamente, ha portato necessariamente a rivedere le logiche strategiche distributive relative a Bellora. A questo si è unita anche l’esigenza da parte del gruppo di gestire Bellora in maniera centralizzata anche a livello amministrativo e informatico».
Insomma, all’origine del cambio di rotta ci sono pesanti perdite per i punti vendita italiani che, fino al bilancio chiuso a fine marzo 2017, erano in utile. Poi il tracollo con una emorragia continua che ha portato alla chiusura e ai licenziamenti.
L’accordo sindacale, su questo fronte, è stato siglato al Mise, a Roma, alla fine del mese di luglio.
«Il brand Bellora oggi - spiega ancora Lazzaroni - è rientrato a tutti gli effetti nella gestione internazionale di gruppo insieme a tutti gli altri marchi. In Italia continua ad essere venduta on line, canale che nell’ultimo triennio ha confermato una fortissima crescita (mediamente negli ultimi tre anni del 200/250 per cento ogni anno) e su cui avevamo già deciso di investire nel 2015, preferendolo ai negozi fisici».
Gli uffici di Fagnano restano la sede italiana del gruppo indiano, facente capo a Himatsingka America per l’espansione in Europa di tutti i marchi in portafoglio al colosso del tessile. Ma per i fagnanesi guardare i capannoni vuoti e le luci spente del negozio accanto all’azienda è un gran dispiacere.
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