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Gli ultimi due fallimenti sono stati dichiarati dal giudice del Tribunale di Varese Manuela Palvarini giovedì scorso: ad alzare bandiera bianca sono state una società con sede a Tradate e un’altra che aveva i suoi uffici a Varese.

E così il “conto” complessivo dei crac nel capoluogo, nel nord della provincia e a sud fino a Tradate, per quanto riguarda il 2018, è arrivato a quota 64 procedure, tutte naturalmente ancora aperte. Un numero che desta preoccupazione e segnala un anno ancora difficile per tante imprese varesine, perché si può dire che dopo sette mesi il numero dei fallimenti è già quasi pari al totale di quelli dichiarati nel 2017.

In quei dodici mesi le procedure erano state in tutto 71 (delle quali cinque sono già state chiuse), mentre quest’anno, come detto, al 9 agosto siamo già arrivati a 64.

Guardando agli anni precedenti, quello peggiore dell’ultimo decennio era stato indubbiamente il 2014, quando le imprese del circondario di Varese e del nord della provincia cadevano come birilli: in dodici mesi furono aperte 130 procedure fallimentari, 53 delle quali oggi risultano chiuse. Mentre per quanto riguarda il 2017, si era detto che dal punto di vista dei fallimenti l’anno rifletteva un’economia locale che si era rimessa in marcia, dal momento che le procedure aperte erano state appunto 71, a fronte delle 75 del 2016 (12 quelle chiuse) e 92 del 2015 (22 quelle chiuse). Ora, invece, la brusca inversione di tendenza, con il risultato che restano lontani i tempi in cui le nuove procedure non erano nemmeno tre al mese. Considerando sempre l’ultimo decennio, l’anno migliore da questo punto di vista fu senz’altro il primo, il 2008, con 31 procedure (oggi quelle ancora aperte sono 16, mentre quelle chiuse sono 15).

Tutti questi dati “arrivano” dal portale dei fallimenti di Varese, e cioè dal sito realizzato da Zucchetti Software Giuridico, in accordo con il Tribunale di Varese

p.gr.

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