L’INDAGINE
Falsi F24: nei guai ex socio del Foggia
La Gdf varesina e la Mobile di Milano sequestrano 8,2 milioni di euro a Ruggiero Massimo Curci, vicepresidente onorario del sodalizio calcistico rossonero

Il sodalizio criminale era noto già dallo scorso maggio, quando quindici persone erano state arrestate, con l’accusa di far parte di un’associazione per delinquere che truffava l’Erario e che favoriva anche gli interessi del clan mafioso catanese dei Laudani.
Nella mattinata di oggi, mercoledì 8 novembre, invece, il filone di quell’operazione, battezzata allora “Security”, ha portato al sequestro preventivo di 8,2 milioni di euro nei confronti del commercialista di Carapelle, Ruggiero Massimo Curci, ex socio e vicepresidente onorario del Foggia calcio ma anche editore di spicco nel Foggiano, facendo capo a lui Teleradioerre e Teledauna.
Il decreto di sequestro reca la firma di Paolo Storari, magistrato della Direzione distrettuale antimafia di Milano e ha come fine la protezione di capitali - in beni mobili (soprattutto auto di lusso), denaro contante e polizze assicurative, che Curci aveva intestato ai propri famigliari nel luglio scorso e che erano - stando all’accusa - provento di una serie di reati commessi dal commercialista foggiano ai danni dell’Erario.
UN’INDAGINE IN SCATOLA
Una scatola che custodiva modelli F24 relativi all’attività di una cooperativa di Milano, spedita in Puglia per una “revisione”. Questo è stato il via all’operazione, scattata dopo l’intercettazione telefonica, lo scorso dicembre, d‘una telefonata del commercialista Alfonso Parlagreco (arrestato lo scorso 15 maggio). Proprio Parlagreco fa esplicito riferimento al grave indebitamento di quattro società cooperative e menziona Curci. Sono però Antonio Saracino, che amministravano con Luigi Sorrenti, Giuseppe D’Alessandro e Antonino Catania, le quattro cooperative, con sede a Monza, a Milano e - due die sse - a Napoli, operanti nel settore dei trasporti e della logistica e finite così nel mirino dei finanzieri.
Quella scatola è stata intercettata, fotografata e seguita dalle fiamme gialle e dai poliziotti della Mobile, fino alla destinazione: lo studio di Curci.
I NUMERI “MAGICI”
Utilizzando i codici tributo 6793 e 3800, che servono per compensare l’imponibile risultante dalla compilazione del modulo F24 e che il commercialista sapeva scarsamente soggetti a controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate (potendo egli contare su due dipendenti della stessa Agenzia, da lui istigati a compiere accessi abusivi nell’Anagrafe tributaria), la truffa era servita. Le cooperative si ritrovavano sconti imponenti e il professionista chiedeva, a mo’ di parcella, somme fra il 35 e il 40% del beneficio incassato dalle stesse cooperative. Non solo.
IL NERO DELLA SERIE B
Curci è accusato anche di aver autoriciclato il denaro ricavato da queste e altre illecite operazioni, per finanziare, con oltre 790mila euro, il Foggia Calcio nelle stagioni 2015/2016 e 2016/2017, quando, fino allo scorso maggio, era socio indiretto al 50% e vicepresidente, carica che il commercialista ricopre tutt’oggi a titolo onorario). Si sospetta, fra l’altro, che circa 233mila euro di quei 790mila, siano serviti per retribuire, in nero, due allenatori e nove calciatori della squadra, che milita in serie B.
SEQUESTRO DA 8,2 MILIONI DI EURO
Un viaggio di migliaia di chilometri, quelli che separano Varese da Carapelle, borgo del Foggiano dove risiede Curci, Carapelle da Milano, Milano da Napoli, Napoli da Monza e Monza da Varese , e più di dieci mesi d’indagini: sono questi i riferimenti spaziotemporali del lavoro svolto dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria del Comando di Varese e dai loro colleghi poliziotti della Squadra Mobile milanese.
Lo staff, coordinato dal pm Storari, indagando la «netta sproporzione tra i redditi dichiarati da Curci e dal suo nucleo familiare» coi possessi mobiliari e immobiliari, ha disposto il sequestro preventivo di beni che ammontano a 8,2 milioni di euro e che il commercialista stava cercando di distrarre dalle maglie dell’Erario e della giustizia dallo scorso luglio. Quando la prassi delle compensazioni fiscali, l’elusione dei pagamenti erariali e previdenziali, avevano già reso definibile attorno alla sua persona le accuse di bancarotta fraudolenta, indebita compensazione d’imposta e autoriciclaggio. Un sistema che gli ha procurato, fra l’altro, nei mesi scorsi, compensi illeciti in denaro contante di 600mila euro.
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