OMICIDIO RAVASIO
Contraffatti i documenti dei figli di Adilma. «Il Comune non denunciò»
Ascoltata in aula una funzionaria dell’Amministrazione di Parabiago. La donna si presentò in municipio alcuni giorni dopo il delitto

Nuova udienza – oggi, lunedì 9 giugno – del processo dinanzi alla Corte d’Assise di Busto Arsizio per l’omicidio di Fabio Ravasio, avvenuto il 9 agosto 2024 a Parabiago, con imputati la compagna della vittima, Adilma Pereira Carneiro e altri sette complici.
Alcuni giorni dopo l’omicidio, Adilma Pereira Carneiro si recò in Comune a Parabiago per parlare con un funzionario e perorare la sua causa di vedova affranta: mostrò delle foto all’istruttore direttivo amministrativo – sentito in aula oggi – e parlò del suo rapporto con Fabio Ravasio. Voleva, stando alla ricostruzione, accertarsi della pratica di residenza che i genitori di Ravasio avevano fatto bloccare. Era infatti emerso che i documenti dei bambini erano stati contraffatti e che il loro cognome fosse Trifone e non Ravasio. La funzionaria spiegò tutto al dirigente del Comune, sollecitando la denuncia, ma non venne mai presentata. «L’Amministrazione ritenne di non procedere», ha detto la funzionaria.
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