IL CASO
Falso chirurgo estetico a processo
Operava su una scrivania con farmaci rubati da un’infermiera

Faceva il chirurgo estetico a casa sua, tra il centro di Varese e il rione di Giubiano, ma non aveva alcun tipo di autorizzazione.
Per questo un sessantenne, che fino al 2014 si guadagnava da vivere in tutt’altro modo, vendendo e affittando immobili, prima è stato indagato a piede libero dalla Guardia di Finanza per esercizio abusivo della professione medica, lo scorso settembre, e poi ieri, giovedì 10 maggio, è finito sotto processo davanti al giudice delle udienze preliminari Anna Giorgetti (pubblico ministero in udienza Annalisa Palomba).
Tutto era cominciato con la denuncia di una “paziente” che dopo alcune iniezioni di acido ialuronico aveva riportato ecchimosi ed ematomi sul volto, e tutto dovrebbe finire con un doppio patteggiamento, sia del finto chirurgo sia dell’infermiera che procurava i farmaci usati dall’uomo sottraendoli all’ospedale.
Per una questione formale il doppio patteggiamento non ha ricevuto però, al momento, l’avallo del gup, e la definizione della vicenda è slittata al prossimo 21 giugno.
Il sessantenne, che si definiva medico specializzato in interventi estetici, aveva iniziato questa lucrosa attività dopo aver frequentato corsi all’estero e aver conseguito una laurea non riconosciuta in Italia.
Le indagini erano scattate all’inizio dell’anno scorso, sulla base della segnalazione di cui si è detto. E gli accertamenti erano proseguiti, in collaborazione con l’Ordine dei medici di Varese, arrivando a contattare una decina di clienti del sedicente medico, ignari del fatto che l’uomo non fosse autorizzato a esercitare la professione.
Quindi c’era stata una perquisizione che aveva messo nelle mani degli inquirenti prove destinate a “blindare” il caso (di qui, evidentemente, la decisione dell’imputato di patteggiare).
E che aveva evidenziato particolari della storia tali da far accapponare la pelle: l’attività di chirurgia estetica sarebbe stata infatti esercitata, stando alle accuse, in una camera della villetta sprovvista di macchinari per la sterilizzazione e in violazione alle norme igienico-sanitarie, per di più con una una scrivania da ufficio usata come tavolo operatorio.
In casa erano stati trovati e sequestrati inoltre medicinali specifici per la chirurgia estetica, come appunto l’acido ialuronico e il botulino, acquistati dall’uomo grazie a una rete di contatti in imprese del settore, insieme ad altri in parte trafugati dall’infermiera.
Tra questi lidocaina, anestetici vari e oppioidi come la morfina e il Fentanyl, farmaco semisintetico con potenza analgesica da 75 a 100 volte superiore alla morfina.
Sotto sequestro anche bisturi, forbici chirurgiche e siringhe in abbondanza.
Tra gli interventi pagati in nero che l’uomo non avrebbe mai dovuto fare anche liposuzioni e rimozioni di cisti.
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